Spiritualità

Solitudine nella folla

di Khayel

Riporto una mia sintesi del IV degli undici principi della Tariqa Naqshbandi che furono coniati da Khwaja ‘Abdul Khaliq al-Gujdawani, ma ispirati da SAIYYDINA AL-KHIDR, il Maestro Immortale.

Solitudine nella folla  ("khalwat dar anjuman")

"Khalwat" vuol dire ritiro, reclusione.
Significa, stare esteriormente con gli altri, restando interiormente con Dio.
Vuol dire essere esteriormente con la gente, restando interiormente nell’Intimità divina.
Vi sono anche due tipi di ritiro. Il primo è il ritiro esteriore e il secondo è quello interiore.
Il ritiro esteriore richiede che il cercatore si ritiri in un luogo privato, lontano dalla gente. Stando lì con sé stesso, si concentra sullo Dhikrullah, il ricordo di Dio, in modo di raggiungere uno stato in cui il Regno dei Cieli si riveli. Quando incateni i sensi esteriori, i tuoi sensi interiori saranno liberi di raggiungere il Regno dei Cieli. Questo ti condurrà alla seconda categoria; il ritiro interiore.
Il ritiro interiore vuol dire ritiro tra la gente. All’interno del proprio cuore il cercatore deve essere presente con il suo Signore e assente dal creato, PUR RESTANDO FISICAMENTE IN ESSO.
Si dice: "Il cercatore sarà così profondamente coinvolto nello Dhikr silenzioso del proprio cuore che, anche se entrassero una folla di persone, egli non udrebbe le loro voci."
Questo è il livello più elevato di ritiro, e viene considerato il vero ritiro, come menzionato dal Santo Corano: "GENTI CHE NÉ AFFARE NÉ COMMERCIO DISTRAGGONO DALLA RAMMEMORAZIONE DI DIO" Sūrat An-Nūr, Ayat 37 (Sura 24 La Luce).
Questa è la via.
Il ritiro primario degli Sheikhs (maestri) Naqshbandi è quello interiore.
ESSI SONO CON IL LORO SIGNORE E SIMULTANEAMENTE STANNO CON LA GENTE.
COME DISSE IL PROFETA: "HO DUE VOLTI; UNO INNANZI AL MIO SIGNORE E L’ALTRO DAVANTI ALLA CREAZIONE."
Si dice che il credente che possa aver a che fare con la gente e sopportare le loro difficoltà sia migliore del credente che si tiene lontano dagli altri.

"La Perfezione non è mostrare i propri poteri miracolosi, ma è sedersi tra la gente, comprare e vendere, sposarsi e avere figli; e nonostante questo non lasciare la presenza di Allah neppure per un momento."

 Sayyid al-Kharraz

Khayel

Fonte: http://flashdesmond.blogspot.com/

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Un commento

  1. Bellissimo commento, Giustina! ;)

    Hai riportato le due frasi principali del testo, quelle più significative, dove si evince il VERO significato dell’espressione del Maestro Gesù quando dice di “fare il deserto”, “andare incontro al deserto”: Egli ci sta parlando di deserto interiore, un silenzio interiore, cioè eliminare pensieri disturbanti e negativi, condizionamenti esterni, emozioni negative e rimanere in un totale silenzio interiore per entrare a contatto con la nostra parte più divina, col nostro vero Sé, il Sé Superiore o Cristo Intimo, e quindi con Dio.

    Come hai detto anche tu, è verissimo, gli altri sono specchi che ci mostrano le nostre ombre, e noi lo siamo per loro; ognuno può insegnarci qualcosa, anche i bambini, anche gli uomini-bambini (come diceva Hermann Hesse) cioè quelli che sentiamo un po’ più indietro sul cammino rispetto a noi; tutti abbiamo qualcosa da insegnare agli altri e qualcosa da imparare da tutti gli altri.

    Concludo questo mio commento al tuo commento, riportando uno stralcio di un articoletto letto su di un sito (ildelfinoblu.org) proprio a proposito del “deserto” o silenzio interiore:

    “Ciò che abbellisce il deserto, dice il piccolo Principe,è che nasconde un pozzo in qualche luogo …» (Saint-Exupéry – «Il Piccolo Principe»).

    Se non accettiamo di scendere nel silenzio del nostro cuore e della nostra anima non possiamo trovare quel pozzo nascosto. La vita, quella di tutti i giorni piena di parole urlate, di paure annunciate, di aspettative deluse o di rabbie inespresse, ci impedisce di ascoltare il silenzio, il nostro silenzio, ma in qualsiasi momento possiamo decidere di “fare un’esperienza di deserto” chiudere occhi e orecchie e aprire il cuore al nostro pozzo nascosto e scoprire la ricchezza che si nasconde dentro di noi, una dimensione perfetta dove non c’è paura perchè non c’è pericolo, non c’è delusione perchè non c’è richiesta, non c’è rabbia perchè non c’è offesa.

    Quella dimensione perfetta che collega la nostra anima a Dio.

    Ciao, Giustina! ;)

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