MisteriScienza

Un vulcano nascosto ci ucciderà tutti?

di Adriano Ferrarato

Una camera magmatica enorme pronta ad esplodere e a devastare l’intera penisola. L’allarme lanciato dal geologo più importante d’Italia, Enzo Boschi: «Potrebbe accadere anche domani»

di Adriano Ferrarato

«La casa, infatti, vacillava per le frequenti e violente scosse di terremoto, e, quasi divelta dalle sue fondamenta, pareva ondeggiare ora qui ora là, e poi ricomporsi di nuovo in quiete. D’altronde, all’aperto si temeva la caduta di lapilli, anche se lievi e corrosi. Tuttavia si confrontarono i rischi e si scelse di uscire all’aperto. In lui pensiero su pensiero prevalse, negli altri paura su paura. Mettono dei guanciali sul capo e li legano fortemente con teli: in tal modo si difendevano dalla pioggia di lapilli. Già altrove era giorno, lì era notte: una notte più fitta e più nera di tutte le notti. Tuttavia la rischiaravano molte bocche di fuoco e varie luci. Deliberarono di raggiungere la spiaggia e di vedere dal punto più vicino possibile se ormai il mare consentisse un tentativo di fuga. Ma il mare ancora grosso continuava ad essere contrario». Sono le parole di Plinio il Giovane, che descrisse lo spettacolare orrore dell’eruzione del Vesuvio nell’anno 79 dopo Cristo.

Fin dai tempi antichi, l’uomo si è dovuto sempre confrontare con la forza della natura e la potenza dei suoi cataclismi: intere civiltà sono state decimate dalla furia omicida di eventi catastrofici e ancora oggi terremoti, tornado, tsunami sono responsabili diretti di devastazione e morte anche nelle più grandi città del mondo. La moderna tecnologia ha intanto compiuto passi da gigante, permettendo (soprattutto in campo meteorologico) la previsione e il monitoraggio dell’andamento di alcuni di questi incredibili fenomeni, ai quali una volta si attribuiva la causa agli dei. Ora è possibile seguire ad esempio il percorso di un uragano, di una tempesta, di un maremoto. Ma la maggior parte delle volte, purtroppo, si deve fare i conti con l’imprevedibile. E come accadde tanti anni fa a Pompei, gli effetti devastanti sono praticamente fuori da ogni logica di previsione.

Proprio i vulcani, come i terremoti, rientrano in questa categoria nefasta. In Italia, come è noto, ci sono ancora molti “coni” ancora attivi (come, ad esempio, l’Etna o lo stesso Vesuvio), giganti dormienti che spesso destano preoccupazione, ma che finora rimangono sempre al di sotto del livello di guardia. Lo scoppio di una camera magmatica può avvenire in diverse modalità: effusiva, in cui la lava fusa scorre sui fianchi della parete vulcanica, o pliniana (esplosiva), in grado di proiettare verso l’alto una pericolosissima nube di cenere e lapilli. Questo secondo tipo è ancora più dannoso perché lancia verso l’altro prodotti piroclastici (rocce, frammenti, scorie) dall’effetto bomba. La più potente fuoriuscita lavica che sia stata conosciuta nella storia è quella che nel 1815 vide esplodere il vulcano Tambora, in Indonesia. Le vittime furono più di novantamila. Nel 1883 invece, il vulcano Krakatau uccise circa quarantamila persone.

Sono numeri da capogiro, ma la cosa che desta più preoccupazione è che anche in Italia, sotto gli occhi di tutti, giace sepolto nel mare un colosso in grado di distruggere l’intera penisola. E non è per nulla chiaro di come l’autorità scientifica cerchi di mettere in allarme tutti mentre i media sembrano essere presi da argomenti, come ad esempio le elezioni e le baraonde politiche, considerati paradossalmente di maggior importanza vitale per la nazione.

Situato a circa 150 chilometri dalle coste della Campania, nel Mar Tirreno, la caldera del “Marsili” sorge dagli abissi e nei suoi tremila metri di profondità si estende per più di duecento chilometri quadrati. Secondo recenti studi del Consiglio nazionale delle Ricerche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, c’è un enorme rischio che erutti. Le sue pareti infatti si stanno progressivamente disgregando e sono prossime al crollo: se ciò accadesse si scatenerebbe un enorme terremoto e un potente tsunami che cancellerebbe in un solo colpo Napoli e tutte le sue isole. A questa prima fase ne seguirebbe poi una seconda ancora più catastrofica, perché il magma dentro contenuto (una massa gigantesca che ribolle in pressione da anni in attesa di essere liberata) avrebbe maggior facilità a fuoriuscire (non incontrando più la resistenza delle pareti ormai franate) scatenando il più grande inferno mai documentato, in grado di oscurare il sole per giorni, uccidere senza alcuna pietà e i cui effetti disastrosi e climatici sconvolgerebbero, oltre che l’Italia, anche l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente.

Si tratterebbe di una tragedia colossale, la cui conferma è data da uno dei più grandi esperti del nostro paese, Enzo Boschi, che ha parlato senza mezzi termini di un rischio altissimo quanto imminente: «Potrebbe accadere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso». Ma anche se il pericolo c’è, se ne parla praticamente pochissimo (ne ha fatto qualche giorno fa un breve cenno un articolo apparso sul “Corriere della Sera”): ma fino a quando tutto questo verrà ignorato e occultato? Viene da pensare che il vero vulcano siamo noi: si, ma di stupidità.

Adriano Ferrarato

Fonte:  http://quantico-appunti.blogspot.com/

Fonte orginale: wakeupnews.eu

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