Spiritualità

La Wicca (stregoneria) come percorso di trasformazione della donna

di Salvatore Brizzi

1 –  Chi è la strega?

Non tratterò in questa sede delle origini della Wicca e dei suoi collegamenti con l’antico paganesimo. Per divulgare questo genere di informazioni sono già stati scritti decine di testi.

Andrò immediatamente al centro del problema: chi è la «strega», ossia la wiccan, la praticante Wicca?  Niente da spartire con vecchie sdentate che fanno bollire bambini dentro enormi pentoloni. La strega è un’autentica «maga», cioè una donna che, attraverso un ben preciso percorso iniziatico, è giunta a trasformare psicologicamente e spiritualmente se stessa al punto da guadagnarsi l’accesso a uno stato di coscienza superiore e ai mondi che questo stato permette di scoprire.

“Trasformazione” – o, come si direbbe in  Alchimia, “trasmutazione” – costituisce la parola chiave per comprendere il lavoro che una strega deve svolgere al fine di potersi dire tale. Attraverso lo studio e lo svolgimento di esercizi psicologico/spirituali la strega agisce sulla sua stessa coscienza, sul suo senso dell’Io, fino a trasformarlo, liberandosi al contempo di tutte le emozioni negative ad esso collegate: rabbia, aggressività, invidia, odio, depressione, senso di inadeguatezza, ogni sorta di paure…

Allorquando si sarà liberata dalla schiavitù di queste emozioni negative e sarà stata in grado di trasmutarle dentro di sé in emozioni del Cuore (gioia, amore, pace, compassione…) allora sarà anche divenuta capace di governare le forze della natura che corrispondono a tali emozioni, proprio come una maga/alchimista. Chi ha vinto la sua aggressività e il suo istinto distruttivo potrà evocare la forza di Marte, che sarà al suo servizio. Chi ha vinto la pomposità, la vanità, la tendenza all’eccesso e allo sperpero potrà evocare senza pericolo Giove. Chi ha vinto la sua tendenza alla depressione e a perdersi nell’emotività potrà evocare con successo le energie lunari.

Certo, è anche possibile seguire la “via larga” anziché la “via stretta”; voglio dire che è possibile limitarsi a studiare tanti libri, rispettare le festività pagane, compiere rituali notturni nella natura o a casa propria, anche senza aver mai compiuto un lavoro interiore di tipo trasformativo, e credersi comunque una strega a tutti gli effetti. Questa è, per l’appunto, la “via larga”, la strada più facile, che richiede un impegno minimo e nessuna reale trasformazione del proprio essere. Se ero una donna arrabbiata col mondo, adesso sarò una strega arrabbiata col mondo; se ero una donna afflitta dal senso di inadeguatezza, ora sarò una strega afflitta dal senso di inadeguatezza. Non c’è nessuna differenza qualitativa fra ciò che ero prima e ciò che sono adesso, in quanto non ho percorso alcuna via iniziatica (la “via stretta”) che richiedesse un reale impegno da parte mia. Ho agito esclusivamente sull’apparenza senza intaccare l’essenza.

Non critico chi interpreta la Magia in generale, e la Wicca in particolare, come semplici svaghi e passatempi utili a rompere la monotonia della scuola, del lavoro o di un rapporto di coppia insoddisfacente. Ma preferisco immaginare che una donna, di qualunque età e di qualunque estrazione sociale, consideri la Wicca come un’occasione per cambiare realmente sé stessa e la propria quotidianità. Per fare ciò, però, occorrono dedizione, sacrificio, forza di volontà e desiderio di mettere in gioco credenze, abitudini, modi di pensare ormai sclerotizzati… in una parola… desiderio di cambiare veramente, prendendosi sulle spalle la piena responsabilità del proprio destino, senza più incolpare la società per le difficoltà che si incontrano giorno per giorno.

Spesso si innamorano della Wicca donne problematiche, insoddisfatte dal punto di vista sentimentale perché sempre alle prese con uomini immaturi; oppure donne con una bassa autostima, con un grande senso di inadeguatezza nei confronti della società, dell’ambiente scolastico o di quello lavorativo. Dall’altra parte queste stesse donne percepiscono ormai l’imminente apertura del loro Cuore, l’avvento del Fuoco spirituale nel loro intimo che le porta a voler contattare un’energia superiore.

Si innamorano della Wicca anche donne meno problematiche, ma spinte dallo stesso «ardore» che le spinge a ricercare la verità oltre il velo del conosciuto. Donne desiderose di travalicare i limiti psicologici che intrappolano l’essere umano comune.

Allo stesso tempo la Wicca non deve essere intrapresa come la fuga da un mondo che non si riesce a sopportare, perché questa è l’anticamera dell’alienazione, oppure l’inizio di una dipendenza, come possono essere le dipendenze dall’alcool o dal cibo.

La strega viaggia per il mondo a testa alta, come una «sacerdotessa» pagana, forte del proprio ruolo di “medium” fra l’universo umano e quello extra-umano. Ma per assurgere al ruolo di canalizzatrice di «forze» superiori è necessario un accurato percorso di purificazione interiore, sia a livello fisico che emotivo e mentale, altrimenti si rischia di divenire preda di “entità” poco desiderabili che durante le cerimonie potrebbero fare breccia nella psiche dell’essere umano proprio utilizzando come “porte” i suoi aspetti subconsci non ancora risolti. Ecco perché diviene indispensabile intraprendere un percorso di trasmutazione alchemica che renda la psiche cristallina e, pertanto, estremamente potente e inattaccabile.

2 – Finalità e metodi

La strega – alla pari di ogni altro mago/alchimista – lavora sulla propria trasformazione al fine di conseguire tali qualità:

I —  L’immortalità. Ella è morta alla sua personalità ed è rinata come anima immortale. La sua volontà è ora identificata con quella dell’Unità. Da ciò deriva che alla morte del corpo fisico la strega se ne distacca senza perdere coscienza e prosegue la sua vita nei mondi spirituali dove la attendono altri compiti. Se giunge al termine dell’Opera, spiritualizza lo stesso «corpo di carne» rendendolo immortale (risurrezione nella carne).

II —  La beatitudine. Ha sciolto i suoi blocchi psichici, vive quindi la sua quotidianità nella Gioia, invasa da un costante senso di innamoramento nei confronti di tutti gli esseri umani e di tutto ciò che la circonda, conseguenza del suo percepirsi “uno con tutte le cose”. L’Amore è per lei la Legge, l’Amore al servizio della Volontà superiore (“Love is the Law, Love under Will.” Aleister Crowley).

III —  L’attitudine a « servire ». Essendosi identificata con l’Uno, l’Assoluto stesso, tutti i pensieri, le parole e le azioni non le appartengono più. L’Uno opera attraverso di lei. A questo punto la sua vita diverrà inevitabilmente una continua tensione verso il miglioramento delle condizioni dell’umanità, non perché se lo imponga, ma unicamente come conseguenza del suo agire in questo nuovo stato di coscienza.

IV–  La guarigione. Ella guarisce il suo corpo quando questo si ammala, ma, soprattutto, può prevenire ogni male fisico lavorando assiduamente sulla trasmutazione dei suoi pregiudizi e delle sue emozioni negative. A un certo grado di iniziazione può usare il Fuoco per favorire la guarigione anche negli altri esseri umani.
V —  Il potere di dominare la materia fisica – divenendo, almeno potenzialmente, capace di operare la trasmutazione dei metalli – e il potere di invocare entità che vivono su altri piani. Entrambi questi due poteri le sono conferiti dalla capacità di governare e trasmutare innanzitutto gli elementi psichici all’interno di sé.
VI —  La chiaroveggenza. La strega percepisce per empatia – attraverso l’uso del Cuore, con un atto d’amore – il significato nascosto dell’anima di chi le sta di fronte, cioè la particolare qualità che quell’anima è venuta a esprimere sulla Terra. Come conseguenza di ciò è anche in grado di cogliere i mondi spirituali – il «piano astrale» in particolare – durante il suo normale stato di veglia, e può dunque osservare i corpi sottili degli altri uomini scorgendone le emozioni, i pensieri e la storia passata e futura. Può praticare la telepatia.
VII —  La coscienza dei mondi spirituali. Ella diviene cosciente nei propri corpi sottili e ne assume il completo controllo. Ciò significa che la strega può abbandonare il suo corpo fisico e spostarsi in quelli superiori (es.: il «corpo astrale» utilizzato nello «sdoppiamento astrale») facendo un uso cosciente di tali veicoli per viaggiare nelle dimensioni spirituali. Il «volo» della strega sulla sua scopa è proprio un riferimento simbolico al «viaggio astrale».

Metodi

I metodi messi in atto dalla strega – così come da ogni altro mago/alchimista – per raggiungere i propri scopi sono:

1 —  La tecnica del «ricordo di sé», cioè gli esercizi che richiamano la consapevolezza del qui-e-ora nella propria quotidianità e permettono di pervenire a uno stato di coscienza superiore.

2 —  Lavoro sulla trasmutazione delle emozioni negative (paura, rabbia, aggressività, invidia, odio, depressione, senso di inadeguatezza…) in emozioni del Cuore (amore, compassione, serenità interiore, impeto guerriero…).

3 —  Lavoro con l’energia sessuale. La strega deve divenire in grado di imbrigliare e utilizzare la sua energia sessuale, da sola o in coppia, senza lasciare che si disperda, ma indirizzandola verso i chakra superiori al fine di ottenere i suoi scopi magici. La capacità di tenere sotto controllo la sua energia sessuale, fa sì che la strega sia in grado di ottenere praticamente qualsiasi cosa (dalla guarigione di malattie allo sdoppiamento astrale), ma tale tecnica è, non a caso, estremamente difficile da padroneggiare e molto pericolosa per il sistema nervoso.

Salvatore Brizzi

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