Spiritualità

Il vero significato del Natale

di Omraam Mikhaël Aïvanhov

Prima d’essere un avvenimento storico, la nascita del Cristo è un avvenimento cosmico, è la prima manifestazione della vita nella natura, il principio di tutto ciò che esiste. Inoltre questa nascita è un avvenimento mistico, cioè il Cristo deve nascere in ogni Anima umana come supercoscienza, come amore Divino, come comprensione, come sacrificio.

Omraam Mikhaël Aïvanhov

LA NATIVITÀ

Perché il bambino nasca, è necessario che vi siano un padre e una madre. Il padre, Giuseppe, è l’intelletto, lo spirito dell’uomo. La madre, Maria è il cuore, l’Anima. Quando il cuore e l’Anima sono purificati nasce il figlio, ma non nasce dall’intelletto e dallo Spirito, ma dall’Anima Universale, che non è altro che lo Spirito Santo sotto forma di fuoco, di amore Divino…una fiamma pura che viene a fecondare l’Anima e il cuore dell’essere umano. L’Anima e il cuore rappresentano il lato ricettivo, la donna; e l’intelletto e lo Spirito rappresentano il principio maschile, che prepara le condizioni affinché lo Spirito Santo, cioè l’Anima Universale, che è fuoco, prenda possesso dell’Anima, di Maria. E allora che nasce il Cristo-Bambino. Dato che la nascita è un fenomeno che deve avvenire nei 3 mondi, è necessario che il bambino nasca anche sul piano fisico. Affinché il corpo sia duraturo, è necessario sia formato da particelle materiali, apportate dalla madre. Un corpo fatto di materia eterica non può resistere a lungo: solo qualche ora, una giornata, e poi bisogna restituire le particelle.

Per essere scelti ad avere un figlio come Gesù, il Salvatore dell’umanità, Maria e Giuseppe erano esseri eccezionali, predestinati.

___________________

MARIA

Ancora molto giovane, Maria si era consacrata ed era andata al Tempio per mettersi al servizio del Signore. E cosa faceva nel Tempio? Chi l’ha preparata? Chi l’ha istruita? Non è detto, ma lo si sa in dettaglio. Maria si era dunque purificata e aveva fatto i più grandi sacrifici per essere degna di ricevere nel Suo seno uno spirito così potente ed elevato quale Gesù. I cristiani pensano che possa scegliere chiunque e che in questo campo non ci siano né giustizia, né regole, né leggi…nulla. Allora è Lui che ha fatto le leggi, ma Lui sarebbe il primo a trasgredirle? Darebbe proprio un buon esempio il Signore!… Se Dio sceglie delle creature, esse devono rispondere a determinate condizioni.

___________________

GIUSEPPE

L’intelletto, cioè Giuseppe, anziché essere geloso e ripudiare Maria, come farebbe un uomo rozzo che grida: “Il figlio che hai messo al mondo non è mio, vattene!…”, deve inchinarsi e dire: “È Dio che ha sfiorato il cuore e l’anima di Maria. Io non potevo farlo”. L’intelletto non deve dunque ribellarsi e adirarsi, ma comprendere correttamente dicendo: “Qui vi è qualcosa che mi supera”, e proteggere Maria. Ripudiare Maria sarebbe come ripudiare la metà del suo essere e diventare come coloro che, puramente intellettuali e razionalisti, hanno eliminato tutto il lato affettivo, ricettivo, tutte le qualità come la dolcezza, l’umiltà e la bontà.

Dovete comprendere che Maria e Giuseppe sono simboli della vita interiore: coloro che hanno ripudiato Maria si sono inariditi. A loro è rimasto soltanto un intelletto confuso, critico e sempre scontento. Come vedete: Giuseppe ha rispettato Maria, l’ha tenuta con sé, ha detto: «Oh! Maria attende un bambino. È vero che non sono io il padre, tuttavia la proteggerò, perché ha bisogno del mio sostegno».

___________________

ACCOGLIERE IL BAMBINO DIVINO

La nascita di Gesù è un avvenimento mistico che può verificarsi in ogni essere umano. Conservate in voi l’immagine della mangiatoia con Giuseppe, Maria e il Bambino tra l’asino e il bue, e la stella che brilla sopra la capanna… Ora ne comprenderete meglio il senso, e non dimenticate che il Natale dura alcuni giorni dopo il 25 dicembre. In alto, in Cielo, si celebra una festa, e a tale festa dovete partecipare almeno col pensiero. Come la nascita di un bambino contiene in sé tutta la speranza della vita, la nascita del Cristo, che avviene nell’universo, contiene la speranza che Dio non ha abbandonato gli uomini. Sebbene essi trasgrediscano continuamente le leggi, Egli dà loro credito inviando sempre un Salvatore, perché non vuole che nemmeno un’anima si perda. Anche coloro che hanno commesso i più gravi errori devono risollevarsi, possono risollevarsi. È chiaro che soffriranno, pagheranno per i loro errori e dovranno riparare, ma Dio dà loro tutte le possibilità per avanzare. La cosa peggiore è scoraggiarsi e rinunciare a compiere degli sforzi per evolvere.

Questo bambino Divino, che è già stato concepito in voi come Luce, potrebbe essere, un ideale, un’idea che nutrite, che amate teneramente. Ma dove andare con questo bambino? Nessuno vi apre la porta, cioè nessuno vi comprende.

Quando Maria e Giuseppe cercavano rifugio in una locanda, non c’era più posto; ciò va interpretato nel senso che gli esseri umani, occupati a mangiare, a bere e a divertirsi non hanno mai spazio per l’essere che ha ricevuto il fanciullo divino. Quel bambino è già concepito in sé come una luce, luce che può essere un ideale, un’idea che egli nutre, che predilige… Ma dove andare ora con quel bambino? Nessuno gli apre la porta, vale a dire nessuno lo comprende.

___________________

LA MANGIATOIA

Perché Gesù, il figlio di Dio, doveva proprio nascere in una mangiatoia, sulla paglia, e non in una magnifica culla, nella camera di un vasto e sontuoso palazzo? Ecco, anche questo dettaglio è sim­bolico.

Ora capirete in quale punto del nostro corpo si trova la mangiatoia se ricordate le conferenze che ho fatto sul centro Hara; vi avevo spiegato che ruolo può svolgere questo centro nella vita spirituale per colui che sa lavorare con esso. Benché il suo nome, Hara – termine giapponese che significa ventre – faccia pensare che questo centro, situato qualche centimetro sotto l’ombelico, sia conosciuto soprattutto in Giappone, in realtà era conosciuto anche da tutti gli Iniziati del passato, e Gesù parla proprio di questo centro quando dice: «Fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno…». Il «seno» è il centro Hara, ed è là che si trova la mangiatoia dove il Cristo deve nascere, tra l’asino e il bue, cioè tra il fegato e la milza.

Siete rimasti stupiti, lo vedo. Voi pensate che Gesù debba nascere nel vostro cervello. Avete mai visto un bambino nascere dal cervello della propria madre? No. Sarà bene soffermarsi

su questo punto per riflettere. Il ventre… le viscere… Noi consideriamo tutto ciò disgustoso, mentre il Signore ha scelto proprio questa zona perché l’umanità possa perpetuarsi, e proprio là, nel centro Hara, anche il discepolo deve far nascere in sé la nuova coscienza: il Cristo Bambino.

___________________

IL BUE E L’ASINELLO

Occupiamoci ora della stalla. In quella stalla non vi erano né pastori, né greggi, ma soltanto un bue e un asinello. Perché? Da secoli si ripete questa storia senza capirla, perché il simbolismo universale è andato perso per l’umanità. La stalla rappresenta il corpo fisico. E il bue? Sapete che anticamente il bue, il toro, è sempre stato considerato come il principio generativo. In Egitto, ad esempio, il bue Apis era il simbolo della fertilità e della fecondità. Il bue è sotto l’influsso di Venere e rappresenta la forza sessuale. L’asino, invece, è sotto l’influsso di Saturno e rappresenta la personalità, vale a dire la natura inferiore dell’uomo, quella che chiamiamo il vecchio Adamo, testardo, ostinato, ma buon servitore. Infatti quei due animali erano là per servire Gesù. Ma servirlo come? Ora vi rivelerò un grande mistero. Quando l’uomo comincia a compiere su di sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua personalità e con la sua sensualità.

Quando l’uomo comincia a lavorare per perfezionarsi, entra in conflitto con le forze della personalità e quelle della sessualità. L’Iniziato, infatti, è colui che è riuscito a padroneggiare queste due forze e a metterle al proprio servizio. Le mette al proprio servizio, ma non le annienta, non le deve annientare. Lo dimostra il fatto che, se questi due animali erano presenti, ciò significa che erano utili. E cosa facevano? Soffiavano sul Bambino Gesù, lo riscaldavano col loro alito. Quindi, quando l’Iniziato è riuscito a trasformare in lui l’asino e il bue e a metterli al suo servizio, essi riscaldano e alimentano lo Spirito del Cristo con il loro soffio vitale.. Non soltanto tali forze non sono più presenti per tormentarlo, ma diventano forze benefiche. Il soffio è già vita. Osservate come il soffio dell’asino e del bue sia una reminiscenza del soffio col quale Dio ha dato l’anima al primo uomo. L’asino e il bue sono stati utili al Bambino Gesù: ciò significa che tutti quelli che possiedono in loro il Cristo saranno serviti dalle forze della personalità e della sessualità, in quanto si tratta di forze straordinariamente utili, se messe all’opera sotto il proprio controllo.

___________________

LA STALLA

Quella stalla, con la mangiatoia, è un simbolo; è il simbolo della povertà, delle difficoltà delle condizioni esteriori. Sì, per l’uomo nel quale dimora lo Spirito sarà sempre così: gli uomini comuni difficilmente lo apprezzeranno e lo accetteranno. Ma grazie alla luce che il Bambino proietta al di sopra della mangiatoia, altri lo vedranno da lontano e verranno a rendergli omaggio…

___________________

LA STELLA

Questa Luce, la stella a 5 punte, è una realtà assoluta. Essa brilla sopra la testa di tutti gli Iniziati, il cui principio femminile simboleggiato da Maria, cioè l’Anima e il cuore, ha messo al mondo il bambino Gesù, concepito dallo Spirito Santo. L’intelletto, simboleggiato da Giuseppe, non deve dunque ribellarsi e adirarsi, ma comprendere correttamente e dire: “qui vi è qualcosa che mi supera”.

La stella che brillava sopra la stalla, significa che da ogni Iniziato, che possiede in sé il Cristo vivente, esce sempre una luce, una luce che rasserena, una luce che nutre, conforta, guarisce, purifica e vivifica… Un giorno quella luce verrà notata da lontano, da coloro che percepiscono che qualcosa si manifesta tramite quell’essere. Ciò che si manifesta è appunto il Cristo, e i potenti in tutti i campi verranno a lui. Anche i grandi capi religiosi che credevano di essere giunti al vertice, sentiranno che manca loro qualcosa, che non sono ancora giunti a quel grado di spiritualità che credevano, per cui vanno ad apprendere, a inchinarsi e a portare dei doni.

E cosa significa la stella? È un fenomeno che avviene inevitabilmente nella vita di un vero mistico, di un vero Iniziato. Sopra la sua testa appare una stella, un pentagramma luminoso. «Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto»: questo pentagramma deve esistere in duplice forma. L’uomo stesso è un pentagramma vivente e poi, in alto, nei piani sottili, un altro pentagramma lo rappresenta sotto forma di Luce. L’uomo è già un pentagramma, ciò significa che possiede le 5 virtù: la bontà, la giustizia, l’amore, la saggezza, la verità.

___________________

ORO, INCENSO E MIRRA

Ecco come si spiega la presenza dei Re Magi accanto al Bambino Gesù: «Arrivarono a Gerusalemme alcuni Magi dall’Oriente, e domandarono: Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo». I Magi erano capi religiosi nei loro rispettivi paesi. Vennero perché avevano intravisto quella luce e, dato che erano astrologi, osservando nella volta celeste alcune congiunzioni eccezionali, avevano concluso che sulla terra doveva essere accaduto un evento straordinario. La nascita di Gesù corrisponde, quindi, anche a un fenomeno che si è verificato nel cielo duemila anni or sono.

Secondo la tradizione, i Re Magi, che erano tre: Melchiorre, Baldassarre e Gasparre, portarono a Gesù Bambino oro, incenso e mirra. Ciascuno di questi doni è simbolico. L’oro portato da Melchiorre significa che Gesù era un re: il colore oro è il colore della saggezza, il cui splendore brilla sopra la testa degli Iniziati come una corona di luce. L’incenso portato da Baldassarre significa che Gesù era un sacerdote: l’incenso rappresenta il mondo della religione, ma anche del cuore e dell’amore. La mirra portata da Gasparre è un simbolo dell’immortalità: ci si serviva della mirra per imbalsamare i corpi e preservarli così dalla decomposizione. Questi doni hanno quindi una relazione con i tre campi del pensiero, del sentimento e del corpo fisico. Ognuno è, inoltre, collegato a una Sefira: la mirra a Binah, l’eternità; l’oro a Tiferet, la luce; l’incenso a Hesed, la devozione.

___________________

LA RABBIA DI ERODE

Nulla è più importante del lavoro svolto per far nascere il Bambino divino in noi. Se vi riusciamo la terra e il Cielo canteranno; dai quattro angoli del mondo gli esseri comprenderanno che una nuova luce è nata e verranno a renderci omaggio e a portarci dei doni. Certo, ci sarà Erode (ci sono sempre degli Erode) che si infurierà e che, volendo uccidere Gesù, chiederà ai Re Magi: «Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, così anch’io andrò a onorarlo». Ma, fortunatamente, ci sarà un angelo che verrà a dare dei consigli, come quello che disse a Giuseppe: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Un angelo del Signore si avvicinò ai Re Magi per dire loro di non ritornare da Erode, ed essi si diressero ai loro paesi seguendo un’altra strada. Ciò significa che tutti coloro che si avvicineranno a Gesù, al principio Cristico, non potranno più rifare la stessa strada, dovranno prendere un’altra direzione.

___________________

I PASTORI

In seguito, un angelo è apparso ai pastori che possedevano quella stalla. Essi sorvegliavano i loro greggi e quando l’angelo annunciò a loro la nascita di Gesù, ne furono meravigliati; presero degli agnelli e li offrirono a Gesù. Ciò significa che tutti gli esseri che esercitano un’influenza sul corpo fisico, cioè gli Spiriti familiari, reincarnati e non, e che hanno ricchezze (simbolicamente gli agnelli) vengono avvertiti, perché hanno partecipato alla formazione di quella stalla (il corpo fisico). Dunque tutti gli Spiriti familiari che sono nell’Aldilà o sulla Terra ricevono la notizia che si è verificato un evento splendido nel vostro cuore e nella vostra Anima e vengono a portarvi dei doni. Il mondo intero si mette al servizio del Bambino. Ma fino a quando non l’avrete fatto nascere, non pensate che vengano ad aiutarvi. Gli angeli vengono unicamente ad aiutare colui che ha già fatto nascere in sé il Bambino Gesù, perché non è per voi che vengono, ma per quel principio Divino, il Cristo, il Figlio di Dio.

Soffermiamoci ora sulle parole che l’angelo disse ai pastori: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama». Avete compreso queste parole? Perché la pace tra gli uomini e la gloria in alto? Perché, quando nasce, il Bambino divino glorifica il Signore e la pace si instaura nell’anima dell’uomo o della donna in cui è nato. Il bambino, che è il frutto dell’amore del padre e della madre, porta la pace, perché porta la pienezza. È il senso della formula data dal Maestro Peter Deunov: «Bojiata lioubov nossi peulnia jivot: l’amore divino apporta pienezza di vita». L’amore divino che porta pienezza di vita è l’amore che porta il Cristo Bambino. L’amore altro non è che la predizione, l’annuncio del bambino che viene. La formula del Maestro è veramente molto profonda: egli non l’ha enunciata soltanto perché venga ripetuta automaticamente, ma perché si lavori, affinché l’amore di Dio possa sfiorare la nostra anima ed essa concepisca il bambino, il Cristo. E dopo, quanti cambiamenti! In ogni campo, tutto migliorerà, tutto si chiarirà. Vale proprio la pena di lavorare un anno, molti anni, tutta la vita, per far nascere il Cristo in noi.

___________________

LE FESTIVITÀ

Esistono quattro feste cardinali: Natale, Pasqua, la festa di San Giovanni e quella di San Michele, non è per caso o perché a certi religiosi è piaciuto istituirle, ma perché corrispondono a precisi fenomeni cosmici. Nel corso dell’anno, il sole passa per i quattro punti cardinali: il 21 marzo, nell’equinozio di primavera; 21 giugno, nel solstizio d’estate; il 21 settembre, nell’equinozio d’autunno e il 21 dicembre, nel solstizio d’inverno. Durante questi quattro giorni, avvengono in natura grandi afflussi e circolazioni di energie che si riversano non solo sugli esseri umani ma su tutta la natura, sulla vegetazione, sugli animali e persino sugli altri pianeti.

___________________

IL 25 DICEMBRE

Secondo la tradizione cristiana, Gesù è nato il 25 dicembre a mezzanotte. Il 25 dicembre, il sole è appena entrato nella costellazione del Capricorno. Simbolicamente, il Capricorno è collegato alle montagne, alle grotte, e Gesù nasce proprio nell’oscurità di una grotta. Durante il resto dell’anno, la natura e l’uomo sono molto attivi ma, quando si avvicina l’inverno, molti lavori vengono interrotti, le giornate si accorciano e le notti si allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento, il che permette all’uomo di penetrare nella profondità del proprio essere e di trovare le condizioni per far nascere in sé il Cristo.

Quando esce dal Capricorno, il sole entra in Acquario, e l’Acquario è l’acqua, l’acqua lustrale del battesimo, la vita pura che fluisce, creando nuove correnti. Uscendo dall’Acquario il sole entra nei Pesci, dove si verifica la pesca miracolosa di cui Gesù parlava quando diceva ai suoi discepoli che sarebbero divenuti pescatori d’uomini.

Ma torniamo alla nascita di Gesù. Ogni anno, il 25 dicembre a mezzanotte, la costellazione della Vergine sorge all’orizzonte ed è per questo che, anche astrologicamente, si può affermare che Gesù è nato dalla Vergine. In opposizione appare la costellazione dei Pesci e in mezzo al cielo si scorge la magnifica costellazione di Orione che mostra, al centro, l’allineamento delle tre stelle che, secondo la tradizione popolare, rappresentano i tre Re Magi.

Lasciamo da parte il sapere se Gesù sia nato veramente il 25 dicembre a mezzanotte. Quello che a noi interessa è che a quella data si verifica in natura la nascita del Principio Cristico, la luce e il calore che trasformano tutto. Anche nel Cielo si celebra questo avvenimento: gli Angeli cantano e tutti i Santi, i grandi Maestri e gli Iniziati si riuniscono per rendere gloria all’Eterno e festeggiare la nascita del Cristo, il principio cosmico, che si rinnova realmente nell’universo. La notte del 25 è la più lunga. A partire da quella data, le notti iniziano ad accorciarsi e i giorni si allungano. Vi è più luce, più calore, più vita e ciò si riflette su tutte le creature.

Invece di essere coscienti dell’importanza di un evento che si verifica una sola volta all’anno, quando la natura è intenta a preparare la nuova vita, l’uomo pensa a ben altro. Ecco perché non ne ricava nulla, anzi, in questo modo perde la grazia e l’amore dal Cielo.

Prima d’essere un avvenimento storico, la nascita del Cristo è un avvenimento cosmico, è la prima manifestazione della vita nella natura, il principio di tutto ciò che esiste. Inoltre questa nascita è un avvenimento mistico, cioè il Cristo deve nascere in ogni Anima umana come supercoscienza, come amore Divino, come comprensione, come sacrificio.

L’aspetto storico è al 3° posto. I più importanti sono gli aspetti mistico e cosmico perché la nascita del Cristo può nascere anche in noi; questo è molto più importante dell’aspetto storico. Potete leggere la storia della Sua nascita quante volte volete, ma fino a quando il Cristo non nasce in voi, non sentirete né il calore, né la Luce, né la bontà, né la felicità, né la liberazione…nulla.

Natale e Pasqua, ovverosia la nascita di Gesù e la sua resurrezione, sono le due principali feste cristiane.’ La prima cade all’inizio dell’inverno e la seconda in primavera. Perché? In realtà non esiste alcuna prova che Gesù sia nato il 25 dicembre, né tanto meno d’inverno. Per quanto concerne la festività della Pasqua, la sua data cambia ogni anno, essendo celebrata la domenica successiva al primo plenilunio di primavera. Se Gesù è resuscitato tre giorni dopo la sua morte, com’è possibile che ogni anno la data di questa morte sia diversa?… In realtà, il posto assegnato nel calendario alle ricorrenze del Natale e della Pasqua deve farci comprendere che entrambe le festività sono da interpretare simbolicamente, in relazione con la vita della natura.

In alcuni periodi dell’anno, avvengono dei fenomeni che coinvolgono tutte le forme di vita dell’universo. Gli Iniziati conoscono le leggi che presiedono a tali fenomeni e, attraverso le loro invocazioni, i loro canti e talvolta le loro danze, tracciano nel mondo invisibile dei pentacoli, delle figure geometriche le cui linee di forza attirano correnti benefiche dallo spazio. Essi utilizzano quelle correnti per il loro lavoro, convogliandole anche verso tutte le persone che nel mondo sono vigili, risvegliate, e che sono in grado di partecipare a simili eventi nel cuore e nell’anima.

Natale e Pasqua, la nascita di Gesù e la sua resurrezione rappresentano quindi due pagine del Libro della natura. Può darsi che questo concetto susciti confusione in molti cristiani, i quali, comunque, anziché confondersi farebbero meglio a ritenere. Non sono stato io a decidere quelle ricorrenze, e coloro che ne hanno fissato le date molto tempo fa erano degli esseri che possedevano una profonda conoscenza dei rapporti esistenti fra la natura e l’anima umana. Meditando profondamente sulla vita di Gesù e sul suo insegnamento, essi hanno capito che Gesù si era identificato con il principio cosmico del Cristo, creando in sé una perfetta unione tra la vita spirituale e la vita della natura, la vita dell’universo.

Poi sono venuti altri – teologi, pontefici e cardinali – i quali, o perché non hanno veramente capito o perché non hanno voluto capire, hanno cessato di operare una distinzione fra l’uomo Gesù e le realtà cosmiche di cui egli, identificandosi con il Cristo, era divenuto l’espressione vivente. Hanno confuso ciò che appartiene al mondo fisico con ciò che appartiene al mondo simbolico. I cristiani manifestano ancora un gran bisogno di scorgere un alone prodigioso intorno alla vita di Gesù (la sua nascita per opera dello Spirito Santo e la sua resurrezione tre giorni dopo la sua morte), perché non hanno ancora imparato che cosa sia realmente la vita spirituale né come quest’ultima risulti legata alla vita della natura.

Avendo associato la natura al paganesimo, i cristiani hanno finito per rifiutarla – alcuni sono arrivati al punto di considerare la natura come il regno del diavolo! – e hanno elaborato tutta una serie di invenzioni sul conto di Gesù. Eppure basta leggere qualche pagina dei Vangeli per constatare che quasi sempre Gesù espone le verità della vita spirituale citando degli esempi attinti al mondo della natura, quali il granello di senape, le spighe di grano, la mietitura, la vite, la vendemmia, i gigli del campo e gli uccelli del cielo, il serpente, la colomba, l’arrivo delle nubi… per non parlare di tutte le immagini che hanno a che fare con l’acqua! Gesù studiava la natura, che è opera di Dio, e la comprendeva. Non esponeva teorie complicate e non parlava di misteri. Come non accorgersi che anche per Gesù la natura era un libro? E quando non attinge immagini al mondo della natura, le prende dalla vita quotidiana dell’uomo, che in un certo qual modo, costituisce un’estensione della vita della natura: il lievito, la lampada a olio, i talenti (monete), il pane dato in pasto ai cagnolini, il banchetto nuziale, gli abiti della festa, i rapporti fra servo e padrone, ecc. Mi è impossibile elencarli tutti.

Ma i teologi cristiani, che non hanno capito che si può essere semplici e nello stesso tempo profondi e ispirati da Dio, hanno confuso tutto. Essi non riescono a cogliere la dimensione spirituale di tutte le immagini prese dalla natura. Io invece capisco solo quelle. Si dice che le immagini siano fatte per i bambini. Va da sé che, fintanto che ci si limita a contemplare l’aspetto superficiale e l’esteriorità, le forme e i colori, le immagini servono unicamente a divertire i fanciulli. Solo i saggi però sanno decifrare il contenuto e il senso di un’immagine. Non lo sanno fare neppure le cosiddette persone istruite, giacché l’intelletto non possiede la facoltà di scoprire il contenuto simbolico delle immagini. Questo spiega fra l’altro perché tanti sedicenti esoteristi, non essendo in grado di interpretarle, finiscano con il mischiare tutto.

Le immagini simboliche sono per i saggi e gli Iniziati che hanno osservato e studiato la natura, che hanno meditato sui suoi diversi aspetti e le sue diverse manifestazioni e che, grazie all’acume della loro visione interiore, riescono a percepire il legame esistente fra il cielo e la terra nonché fra la natura e l’essere umano.

Volendosi differenziare il più possibile dal paganesimo, che era caratterizzato dal culto delle forze della natura, il cristianesimo ha reciso ogni legame vivente con l’universo. Ecco perché ai cristiani sfugge tuttora il significato profondo della loro religione. Essi festeggiano la nascita di Gesù il 25 dicembre e la sua resurrezione in primavera, e molti non sanno nemmeno perché. Solo alcuni Iniziati, depositari della vera scienza dei simboli, ravvisano nella nascita e nella resurrezione di Gesù altrettanti processi collegati alla vita cosmica, e che in quanto tali hanno dunque una portata universale.

Dobbiamo leggere in questo modo la vita di Gesù. Gesù è ovviamente un personaggio storico, ma non è su questo aspetto che ci dobbiamo soffermare, cioè su dove è nato, su chi fossero i suoi genitori, i sentieri che ha percorso in Giudea, Galilea o Samaria e le persone che, ha incontrato… E non serve a nulla inventare tutta una serie di eventi prodigiosi sul suo conto, come se le leggi della natura non avessero alcun potere su di lui. È necessario che questo concetto sia ben chiaro: la superiorità di Gesù non deriva dal fatto che egli si sarebbe sottratto alle leggi della natura, bensì dalla sua capacità di saper leggere quelle leggi, interpretandole ed applicandole alla vita interiore. Gesù è stato un essere straordinario, perché con la sua vita e le sue parole ha chiarito per noi i misteri dell’universo e della nostra vita interiore; ciò fa sì che ogni lettura del Vangelo ci porta una luce sull’essenziale. Ecco perché ringrazio il Cielo per avermi dato la facoltà di leggere le immagini. Tutte le manifestazioni della vita sono davanti ai nostri occhi e ci circondano, come un libro inesauribile, ed io voglio istruirvi con esse. Qualsiasi elucubrazione astratta in merito a varie questioni di matrice metafisica non vi porterà nulla, a differenza delle immagini che, essendo oltremodo chiare e precise, rimarranno per sempre nella vostra mente alla stregua di irrefutabili realtà.

___________________

LA CENA DI NATALE

Inoltre, sapete perché esiste la tradizione di fare una cena la notte di Natale? Anche questo è un simbolo. Quando nasce un bambino, bisogna celebrare la sua venuta con canti e un pranzo (senza oltrepassare certi limiti, naturalmente…) perché il bambino ha bisogno di cibo, e il primo cibo del bam­bino appena nato è il latte della mamma. Quando lo portava in grembo, ella lo nutriva col suo sangue, ora lo nutre col suo latte: i due colori, il rosso e il bianco, sono colori simbolici . Sono già presenti al concepimento, perché la donna dà il rosso e l’uomo dà il bianco, e sono ancora presenti più tardi, quando la donna nutre il bambino per nove mesi col suo sangue e poi col suo latte. E sono i medesimi colori che si ritrovano nel sangue stesso, con i globuli rossi e i globuli bianchi.

Il rosso e il bianco rappresentano i due principi sui quali è basata la vita. Il rosso, il sangue, è la forza vitale, l’amore, e grazie a questo sangue, al nostro amore, il Cristo Bambino può diventare in noi carne e ossa. Dopo la sua nascita, il bambino viene nutrito col latte, cioè con la purezza, con la luce. Come la madre non cessa di occuparsi del figlio dopo la sua nascita, così una volta nato il Cristo Bambino, il lavoro continua, ma sotto un’altra forma. Ecco perché al mattino andiamo a contemplare il sorgere del sole: per nutrirci della sua luce…

___________________

Duemila anni or sono Gesù nacque in Palestina, ma questo è l’aspetto storico del Natale, e l’aspetto storico, come ben sapete, per gli Iniziati è secondario. Prima di essere un avvenimento storico, la nascita del Cristo è un avvenimento cosmico è la prima manifestazione della vita nella natura, l’inizio di tutto ciò che esiste. Inoltre, questa nascita è un avvenimento mistico, il che significa che il Cristo deve nascere in ogni creatura umana come principio di luce e di amore divino. Questa è la nascita del Cristo, e finché l’uomo non possiede la luce e l’amore, il Cristo non nascerà in lui. Potrà festeggiarlo, potrà attenderlo… ma non accadrà nulla.

Omraam Mikhaël Aïvanhov

___________________

IL VERO NATALE È FAR NASCERE CRISTO IN NOI

Festeggiando il Natale, i cattolici celebrano la nascita di Gesù. Vanno alla messa di mezzanotte, mangiano e bevono, ma dimenticano il vero significato di questa nascita, o forse non l’hanno mai realmente compreso. Il cristiano che festeggia il Natale dovrebbe chiedersi se Gesù non si aspetti qualcos’altro da lui, oltre ai canti e alle riunioni conviviali per rievocare la sua nascita avvenuta duemila anni or sono.

Ogni anno, in occasione del Natale, l’intera comunità cristiana ripete che Gesù è nato. Sì, è risaputo che Gesù è venuto al mondo; tutti ne sono al corrente da secoli. Ma è inutile ripeterlo se i cristiani non capiscono che quell’evento avrà senso solo quando si sforzeranno di far nascere anche in loro il principio divino, il Cristo, di cui Gesù è stato la perfetta espressione. Gesù è nato per far sì che, dopo di lui, generazioni e generazioni di uomini nascano alla vita divina. “Ma, dirà qualcuno, come si può non commemorare che duemila anni fa si è prodotto quello straordinario evento, cioè che il figlio di Dio è venuto sulla terra per la salvezza degli uomini?” Sì, va bene, ma non basta commemorarlo.

La cosa più straordinaria è che anche le persone più intelligenti trovano normale festeggiare il Natale in quel modo. Invece di essere consapevoli dell’importanza di un avvenimento che si verifica una sola volta nel corso dell’anno, quando la natura .è tutta protesa a preparare la nuova vita, l’uomo ha la mente altrove. Ecco perché non ne ricava alcun beneficio: anzi, perde la grazia e l’amore del Cielo. Che cosa può dare il Cielo a un essere che rimane insensibile alle correnti divine? Il discepolo, invece, si prepara, sapendo che durante la notte di Natale il Cristo naso nel mondo, sotto forma di luce, di calore e di vita e prepara le condizioni convenienti affinché il Bambino divino nasca anche nel mondo interiore.

“Vangelo” è una parola di origine greca: essa deriva da “euangelion”, che significa letteralmente buona (“eu“) novella (“anguelion”). Ebbene, che cos’è una novella? È l’annuncio di un evento di cui ancora non si era a conoscenza. Ed è l’angelo (dal greco anguelos = messaggero) ad annunciare la novella ai pastori. Osservate dunque il nesso che esiste fra le due parole “angelo” e “vangelo.” L’angelo dice: “Oggi, nella città di Davide, è nato un salvatore”. Il problema consiste tuttavia nel comprendere che cosa si intende per salvatore e salvezza. Gli esseri umani si sono fatti tutta una serie di idee in merito a ciò che li può salvare… e certamente pensano soprattutto ai mezzi materiali! La salvezza che Gesù è venuto a portarci rappresenta invece un insegnamento di vita, di una vita sempre più pura, illuminata e spiritualizzata.

Il legame più forte che unisce un padre ai suoi figli è indubbiamente ravvisabile nella vita, nella vita che egli ha dato loro; un padre non solo si augura che i suoi figli non la sciupino, ma che sappiano parimenti renderla utile, sensata, bella e ricca. È questo il significato della parabola dei talenti. Prima di partire per un viaggio, un uomo mandò a chiamare i suoi servi: al primo affidò cinque talenti, al secondo due e al terzo uno, a ciascuno “secondo le sue capacità“, precisa il Vangelo. Al suo ritorno, il padrone li convocò per chiedere conto di quanto era stato loro affidato. Il primo servo, che aveva fatto fruttare i suoi talenti, gliene consegnò il doppio; altrettanto fece il secondo servo, ed entrambi ricevettero una ricompensa e i complimenti del padrone. Il terzo servo si era invece limitato a sotterrare il talento che aveva ricevuto! Il padrone lo rimproverò aspramente, disponendo che il talento gli venisse tolto per essere consegnato a chi in quel momento ne aveva dieci. Da notare che il padrone non si fa restituire dai servi fedeli i talenti che aveva loro affidato, ma glieli lascia, aggiungendovi addirittura il talento che il servo negligente non aveva saputo far fruttare.

Questa parabola di Gesù è molto profonda, giacché spiega come l’essere umano debba considerare la vita che ha ricevuto da Dio. A Dio non servono i beni che abbiamo acquisito in virtù della vita che Egli ci ha dato, e dunque ci permette di tenerli. L’unica cosa che ci chiede è di manifestare considerazione e rispetto nei confronti di quel dono così prezioso che è la vita, facendola fruttificare in noi, conferendole nuovi colori, nuovi profumi e nuovi sapori. Sono questi i conti che occorre essere disposti a presentare ogni giorno al Signore. E chi si dimostra negligente, irriverente e pigro, si vedrà sottrarre le ricchezze della vita: a poco a poco perderà non solo la salute, ma anche particolari facoltà e ispirazioni; gli esseri e le cose non avranno più molto interesse per lui e non costituiranno più motivo di gioia. Perciò, come vedete, la salvezza che ci porta Gesù riguarda la comprensione della vita che abbiamo ricevuto da Dio. Se i due eventi che la cristianità celebra con particolare fervore sono la nascita di Gesù e la sua resurrezione, è proprio perché essi sono direttamente correlati alla vita: la nascita rappresenta l’affacciarsi della vita, mentre la resurrezione ne costituisce il rinnovamento, la rigenerazione.

Allora, se vogliamo comprendere che cosa rappresenta la vita che Gesù è venuto a portarci, non ci dobbiamo accontentare di festeggiare il Natale intorno a un presepio, ripetendo che duemila anni fa Gesù è nato in una povera stalla fra un bue e un asinello, sostando commossi davanti a un bambolotto seminudo deposto sulla paglia. È logico che susciti tenerezza e commozione, messo lì fra Giuseppe e Maria, insieme ai Re Magi, ai pastori, alle pecore e agli angeli sospesi a mezz’ aria che cantano sopra la culla. Tutto questo è toccante, ma bisogna andare oltre.

___________________

IL BAMBINO DIVINO

Quanto a Maria e Giuseppe, se furono scelti per essere i genitori di Gesù, significa che si erano già preparati per essere degni di ricevere Gesù nella loro famiglia, avevano già fatto un grande lavoro spirituale nelle loro vite precedenti. Anche in questo campo c’è una giustizia, ci sono regole, leggi. È il Signore che ha dettato le leggi, e non sarà certamente Lui colui che le trasgredirà. Quando Dio sceglie certe creature, significa che rispondono a determinate condizioni. È certo: «Dio è capace di far sorgere veri figli di Abramo perfino da queste pietre», ma facendole passare prima attraverso lo stato di piante, poi di animali e infine di uomini. È come per il bambino: anche l’embrione deve passare per diversi livelli di forme e di stati prima di prendere l’aspetto di una creatura umana.

Alla stessa stregua, Gesù è stato obbligato a superare determinate tappe, prima di divenire il Cristo. Ecco un’altra cosa che i cristiani non possono accettare. Pensano che Gesù, figlio di Dio, fosse Dio stesso, che fosse nato perfetto. Ma allora, perché ha dovuto attendere il suo trentesimo anno per ricevere lo Spirito Santo e per fare miracoli?… Anche se Dio in persona dovesse venire a incarnarsi su questa terra, accetterebbe di sottomettersi alle leggi che Lui stesso ha dettato. Il Signore rispetta se stesso: mi capite? Gli Iniziati vedono le cose in questo modo; nella loro testa, tutto è ordine, tutto è logico, tutto ha un significato.

Per nascere una seconda volta nella forma del bambino Gesù, occorrono un padre e una madre evoluti, più evoluti del padre e della madre fisici. Occorrono l’amore e la saggezza, e il bambino che nascerà sarà la verità, la pienezza della vita, tutto ciò che è reale e veritiero.

La nascita di Gesù non è solo un avvenimento che è accaduto 2.000 anni fa nella storia, ma un fenomeno reale che si produce ogni anno nella natura e qualche volta, raramente, nell’essere umano.

La verità è che il Cristo è apparso più volte nel mondo umano e anche su altri pianeti, in tutto l’universo, e apparirà ancora in avvenire.

Per ogni essere arriva un momento in cui il fiore sboccia e quando il fiore sboccia diffonde il suo profumo, che si manifesta intorno a quell’essere; e il suo sorriso, il suo sguardo, la sua pelle, tutto cambia, anche la sua voce. Vi sono periodi in cui l’Anima umana sboccia e allora esala essenze deliziose. Se si desidera essere ricercati, amati, ammirati, bisogna emanare tale vita, irradiare quella vita.

Non dimenticate che Natale continua ancora domani, dopodomani…

Quanto agli altri, non parliamone! Hanno mangiato, hanno bevuto, si sono rimpinzati, ora sono ammalati. D’ora in poi, che sia finita, che non si passi più un Natale in quel modo. Mettetevelo in testa! Lavorate, e un giorno il Bambino Gesù nascerà in voi. Per il momento preparatene le condizioni.

Gesù è nato duemila anni or sono; così, nel ricordo di tale evento, alcuni vanno in chiesa e cantano che Gesù è venuto a salvarli, e, siccome sono stati salvati, possono continuare a peccare, a bere e a mangiare e possono restare tranquilli per l’eternità. Ecco come i cristiani interpretano la nascita di Gesù. Pochissimi sono pronti a studiare e a fare degli sforzi per preparare tale nascita dentro di sé. Se fosse stato sufficiente che Gesù venisse sulla terra duemila anni fa, perché allora il regno di Dio non si è ancora instaurato sulla terra? Non solo non è stato sufficiente, ma la verità è che Dio ha inviato sulla terra numerosi suoi figli. Come si può pensare che la venuta di Cristo nel mondo sia un avvenimento che si è verificato una sola volta, duemila anni or sono? Prima di tutto, la cosa è incompatibile con l’immensità dell’amore di Dio. Si dice che Dio è amore; ma se gli esseri umani vivono sulla terra da milioni d’anni, come è possibile che Dio abbia inviato il suo Figlio una sola volta a predicare e per soli tre anni, in un piccolissimo paese?… Ma allora, prima della venuta di Gesù, quell’amore, dov’era? Che cosa faceva? E in seguito, avrebbe abbandonato il mondo per l’eternità?… Veramente, è assurdo!

La verità è che, sotto varie forme, Cristo è apparso sulla terra numerose volte e anche su altri pianeti, in tutto l’universo, e apparirà ancora in futuro. Se non riuscite ad accettare questa affermazione, ciò significa che, in realtà, non siete né religiosi né cristiani, non siete niente del tutto. Credete a cose inverosimili, mentre rifiutate di credere a ciò che ha senso. Non si fa che ripetere: «Dio è amore… Dio è amore…», ma a che cosa serve se si fa di tutto per dimostrare il contrario? Vi si racconta che, nella storia, tale amore si è manifestato una sola volta… e voi non eravate nemmeno presenti!

___________________

NASCERE “FIGLI DI DIO”

Per comprendere il significato della nascita nell’accezione spirituale e iniziatica del termine, della nascita che intendeva Gesù, o la seconda nascita, occorre far riferimento alla risposta che egli diede a Nicodemo: “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio”. Per entrare nel Regno di Dio, ovverosia per manifestarci come figli di Dio, dobbiamo avere in noi due genitori, i due genitori spirituali che Gesù definisce l’acqua e lo spirito. L’acqua e lo spirito rappresentano i principi maschile e femminile della saggezza (lo spirito, che è il fuoco) e dell’amore (l’acqua).

Ciò significa che sul piano spirituale l’essere umano deve manifestarsi contemporaneamente come uomo e come donna, come padre e come madre, perché in lui non esiste alcuna contrapposizione fra i due principi maschile e femminile che si uniscono per generare il figlio. Gli uomini e le donne si osteggiano e si combattono solo ed esclusivamente sul piano fisico e sul piano psichico. Sul piano spirituale, il principio maschile e il principio femminile, la saggezza e l’amore, vivono armoniosamente in tutti gli esseri e collaborano per far nascere il Fanciullo divino, il Cristo. Va da sé, comunque, che sia più facile festeggiare la nascita di Gesù ricorrendo ad amene frivolezze, piuttosto che meditare sulle parole con cui egli ci spiega come dobbiamo nascere anche noi.

“Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio”. Istituendo il battesimo, la Chiesa ha stabilito un rito che in un certo qual modo rappresenta la concretizzazione di queste parole. Il bambino che riceve il battesimo entra a far parte della comunità cristiana.’ Questa comunità cristiana deve fargli pregustare il Regno di Dio, nella migliore accezione del termine. Dapprima i suoi genitori lo fanno nascere sul piano fisico, e successivamente la Chiesa lo farà nascere sul piano spirituale; ecco perché gli vengono assegnati un padrino e una madrina chiamati a simboleggiare, per la sua vita spirituale, i due principi maschile femminile, che nella sua vita fisica sono rappresentati dal padre e dalla madre. Questo però non significa che il padre e la madre non abbiano nessun ruolo da svolgere nella sua vita spirituale, anzi!

Forse ora mi direte che ai giorni nostri i padrini e le madrine non prendono più tanto sul serio la loro vocazione spirituale, accontentandosi di fare qualche regalo al bambino, sempre che se ne ricordino! Questo lo so, ma io intendo semplicemente dimostrarvi che, per chi desidera comprendere cosa significhi nascere alla vita divina, nella tradizione cristiana esistono tutti gli elementi che consentono di interpretare le parole di Gesù “Se uno non nasce da acqua e da Spirito…”

Non entrerò nel merito dei diversi riti battesimali mediante i quali il bambino viene consacrato alcuni giorni dopo la nascita, o tramite immersione nell’acqua o semplicemente con l’aspersione di qualche goccia d’acqua da parte del sacerdote; il simbolo dell’acqua è comunque sempre presente. Insieme all’acqua, il secondo elemento utilizzato è l’olio: il sacerdote vi intinge il pollice e traccia un piccolo segno della croce sulla fronte, sulla bocca e sulle orecchie del bambino. L’olio è un elemento che alimenta la fiamma, perciò è imparentato con il fuoco, il fuoco dello spirito. Quando Giovanni Battista annuncia la venuta di Gesù, pronuncia queste parole: “Io battezzo con acqua… ma colui che viene dopo di me vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. E non appena Gesù ricevette il battesimo da Giovanni Battista nelle acque del Giordano, è detto che lo Spirito Santo scese su di lui sotto forma di colomba.

Nel battesimo, che è il sacramento attraverso cui il bambino entra a far parte della comunità cristiana, si ritrovano dunque l’acqua e il fuoco che cita Gesù quando risponde a Nicodemo. Ed è lì che bisogna saper leggere il libro della natura e interpretare i simboli. Lo scopo del battesimo è quello di risvegliare negli esseri la consapevolezza di essere abitati da questi due principi cosmici, l’acqua e il fuoco, che agiscono a tutti i livelli della creazione, ovverosia sul piano divino, spirituale, psichico e fisico.

Riprenderò dunque questo concetto, ribadendo che l’essere umano non può entrare nel Regno di Dio, cioè non può sentirsi realmente figlio o figlia di Dio, se non nasce dai due principi della saggezza e dell’amore, che sul piano spirituale costituiscono la manifestazione dei suoi Genitori cosmici: il Padre celeste e la Madre divina. Il vero figlio e la vera figlia di Dio non si limitano ad essere il figlio o la figlia del Padre celeste, ma lo sono anche della Madre divina, che è la sua Sposa. So che dicendo questo susciterò un grande turbamento in numerosi cristiani, ma non posso fare diversamente. Quello che i cristiani chiamano Dio costituisce, a dire il vero, un’Entità che è contemporaneamente maschile e femminile: lo Spirito cosmico e la Natura o, per dirla in altre parole, lo Spirito simboleggiato dal fuoco e la Materia, simboleggiata dall’acqua.

Se Dio ha creato l’uomo e la donna, è perché il femminile, al pari del maschile, è contenuto in Lui. In un’accezione simbolica, la donna rappresenta la Natura e fa parte di Dio; il principio femminile costituisce parte integrante di Dio. Dio non l’ha creata perché fosse disprezzata, condannata o reietta. Tutti quei Padri della Chiesa che hanno condannato la donna… (pur cercandola di nascosto, perché è assolutamente impossibile vivere rifiutando l’altro principio!) hanno fatto molto male a se stessi e agli altri, in quanto hanno impedito loro di trovare la pienezza. Finché non si comprenderà che il principio femminile ha pari dignità del principio maschile, ci si avventurerà in una sequela di vicoli ciechi, da cui si emergerà impoveriti e squilibrati; a quel punto sarà inutile parlare di nascita spirituale. Vedete come ogni cosa è interconnessa: la vita spirituale, non meno della vita fisica, poggia sui due principi maschile e femminile.

Nel Libro dei Proverbi è scritto: “Ascolta, figlio mio, l’insegnamento di tuo padre e non abbandonare l’istruzione di tua madre… poiché lunghi giorni, anni di vita e pace porteranno a te”. Anche in questo caso, le parole vanno interpretate in un’accezione simbolica, giacché non si riferiscono soltanto al padre e alla madre fisici, ma anche al padre e alla madre spirituali. Per prolungare la propria vita, bisogna nutrire un eccezionale rispetto nei confronti del Padre celeste e della Madre divina, Madre Natura, nella consapevolezza che non vi è alcuna opposizione né contraddizione fra loro. Chi non accetta la Natura come madre, non può neppure mantenere un vero legame con il Padre celeste, lo Spirito cosmico, e non può nascere al mondo spirituale.

Spetta dunque a noi comprendere, perché la vita non cederà il passo. Sì, la vita, la vita creata da Dio sa come difendersi e ci dice: “Smettetela di ergervi contro di me. Voi volete soffocarmi e mutilarmi, innescando puntualmente separazioni e rotture, ma io riprenderò ogni volta il sopravvento, e sarò sempre più forte di voi”. È ora che i cristiani comprendano che il vero cristianesimo è l’insegnamento della vita, di tutta la vita, senza escludere né recidere nulla. Noi abbiamo due genitori in Cielo, il Padre celeste e la Madre divina, che è la Sua Sposa. Ostinandosi a negare questa verità, cioè l’aspetto femminile e materno del Divino, e proclamando che noi abbiamo soltanto un Padre celeste, ovverosia che esiste un unico principio creatore, la Chiesa non ha fatto altro che fuorviare gli esseri umani.

Qualcuno dirà: “Ma non ci hanno mai parlato della Madre divina, della Sposa di Dio. Colei che la Chiesa ci insegna a considerare come madre celeste è Maria, la madre di Gesù, cioè la madre del Cristo, madre di Dio”. Lo so, avendo fatto di Gesù Dio, hanno fatto di Maria la madre di Dio. Tuttavia questa non è la verità, perché Gesù non è il Cristo. Egli è divenuto una rappresentazione, una manifestazione del Cristo, mentre Maria è una donna in cui si è manifestata la Madre divina per renderla degna di essere la madre di Gesù. Se i cristiani hanno bisogno di fare di Maria una specie di divinità, e se credere questo li fa stare bene, perché impedirglielo? Ma non è questa la verità, e non intendo ritornare più sull’argomento.

Ora, se avete capito che cos’è il vero battesimo, vi deciderete a mettervi all’opera. Essere stati battezzati e conoscere il significato del battesimo non basta. L’uomo e la donna devono provvedere a vivificare per tutta la vita il seme divino che il sacerdote e i suoi genitori hanno voluto introdurre in loro al momento della nascita.

Come mai il Natale viene festeggiato per l’appunto all’inizio dell’inverno? Anche in questo caso la risposta è contenuta nel libro della natura. Ogni vita comincia da un seme, un granello sopito nell’oscurità della terra o nelle viscere della donna. E l’inverno rappresenta quella stagione in cui si compie un lungo lavoro di germinazione dentro i semi gettati nella terra, e che in primavera sfocerà in una moltitudine di nuove esistenze. Lo stesso lavoro si compie nella psiche di ogni essere: nella terra nera che costituisce la sua natura inferiore, il seme del Sé divino, il Cristo, deve iniziare a germinare. Ecco l’evento che i cristiani celebrano la notte di Natale… sì, a mezzanotte, in piena notte, proprio nel momento di massima oscurità.

Si tratta del medesimo concetto simboleggiato dalle Vergini nere che tuttora si venerano in alcune chiese. Esse vengono perlopiù alloggiate all’interno di una cripta, ovverosia in un luogo nascosto e buio; ciò non avviene certo per caso. La Vergine nera che tiene sulle ginocchia il Fanciullo divino è la rappresentazione del processo alchemico mediante il quale tutte le tendenze oscure del nostro subconscio vengono sottoposte all’azione dei due principi spirituali del fuoco e dell’acqua: il fuoco illumina l’intelletto infondendogli saggezza, mentre l’acqua purifica il cuore infondendogli amore. Solo allora il Bambino-Cristo, cioè la nostra coscienza divina, può nascere in noi. La nostra missione di figli di Dio consiste nel far nascere in noi un bambino composto dalla stessa quintessenza del Padre e della Madre celesti. Il bambino che nascerà in quel momento sarà un re che trasformerà tutto in oro e, al pari di Gesù, saprà guarire i ciechi e i lebbrosi. Che cos’è infatti la lebbra? È una malattia che erode la carne. E il peccato è l’equivalente psichico della lebbra, perché erode la carne dell’anima.

Chi ha fatto nascere il Cristo dentro di sé riceve, al pari di Gesù, il potere di guarire gli esseri grazie alla sua luce e al suo amore. “Ma li guarisce davvero?”, chiederete voi. Inizia col guarirli sul piano psichico, finché un giorno li potrà guarire anche sul piano fisico. Tuttavia, finché non avrà fatto nascere il Bambino dentro si sé, non potrà realizzare nulla di grande.

A che serve essere stati battezzati urla volta, in occasione della vostra nascita, quando non ne era­vate neppure coscienti? Ricevere il battesimo va benissimo, ma essere condotti al fonte battesimale non basta a fare di voi degli individui di fede cattolica, protestante oppure ortodossa. L’essenziale consiste nel continuare ad alimentare nell’arco dell’intera esistenza i due principi della saggezza e dell’amore, che vi permetteranno di far nascere il Cristo dentro di voi. Infatti, lo ripeto, è inutile festeggiare la nascita del Cristo il 25 dicembre di ogni anno, se non vi mettete al lavoro affinché quel principio cosmico possa nascere anche dentro di voi. Una volta innescato il processo della nascita spirituale, una volta che vi siete incamminati sul sentiero divino, non vi dovete più fermare.

Qualcuno dirà: “Ma io non sono cristiano. Non so che cosa sia il Cristo, non mi dice nulla… non ho niente a che fare con lui”. Ebbene, chiamatelo pure con un altro nome se volete; ciò non toglie che sarà sempre il principio della saggezza e dell’amore ad instaurare quel vincolo che vi unisce al divino, a prescindere dalla vostra religione di appartenenza, o anche se non appartenete a nessuna fede religiosa. Dio non ha creato l’uomo cristiano, israelita, musulmano, buddhista ecc. Dio ha creato l’uomo a sua immagine, e per ritrovare quell’immagine dentro di sé, ognuno è libero di scegliere la via da seguire.

Festeggiare la nascita di Gesù significa che ci dobbiamo preparare a ricevere il Cristo dentro di noi. Gesù non può nascere in noi, essendo nato duemila anni fa da una donna di nome Maria. Ma il Cristo, che è un principio cosmico, può nascere in noi così come è nato duemila anni fa in Gesù.

Che la nascita di Gesù sia un evento storico di importanza capitale, è innegabile (benché qualcuno abbia negato la sua veridicità), ma non si sarebbe dovuto insistere così tanto sulla portata di un simile evento, nella convinzione che avrebbe modificato il corso della storia: la nascita di un uomo in un dato momento non comporta certo dei cambiamenti drastici.

Le vere trasformazioni possono essere operate solo da quegli esseri che hanno fatto della nascita di Gesù un evento interiore, un evento spirituale, la nascita del Cristo dentro di loro. Non si cambia la storia dall’esterno. Tutti coloro che hanno voluto imporre dei cambiamenti dall’esterno sono riusciti soltanto a scatenare persecuzioni, guerre, ulteriori massacri, e nient’altro. Si potrà dire che la nascita di Gesù avrà realmente modificato il corso della storia quando i cristiani saranno in grado di far nascere il Cristo nella loro anima.

___________________

LA VERGINITÀ DI MARIA

Che Gesù sia nato «per opera dello Spirito Santo», è certo. Nella misura in cui il suo concepimento non è stato insudiciato da nessun desiderio, da nessuna passione, da nessuna sensualità, si può dire che sia nato per opera dello Spirito Santo, e la verginità di Maria va compresa in questi termini. La verginità è una qualità più spirituale che fisica. Quante donne esistono che sono vergini esteriormente, ma interiormente…!

Allora, è stato lo Spirito Santo a far nascere Gesù? Sì, è stato lo Spirito Santo. Sul piano divino, era lo Spirito Santo, ma sul piano fisico, c’era anche bisogno di qualcos’altro, di qualcuno… affinché anche su quel piano ci fosse un riflesso dello Spirito Santo. Per far sì che ci sia una corrispondenza perfetta fra i tre mondi, e per ottenere che sul piano fisico, sul piano spirituale e sul piano divino tutto sia sempre sacro, luminoso e puro, era necessario un conduttore dello Spirito Santo anche sul piano fisico.

La nascita di Gesù deve essere compresa nei tre mondi, vale a dire come fenomeno storico, come fenomeno psichico o mistico, e infine come fenomeno cosmico. Ora mi interessa soprattutto il fenomeno mistico. Nel racconto della nascita di Gesù, Luca ha ricordato soltanto le immagini degli avvenimenti che si ripetono per ogni essere umano, ed ora ci soffermeremo su queste immagini simboliche.

___________________

LA STORICITÀ DI GESÙ

Duemila anni or sono Gesù nacque in Palestina, ma questo è l’aspetto storico del Natale, e l’aspetto storico, come ben sapete, per gli Iniziati è secondario. Prima di essere un avvenimento storico, la nascita del Cristo è un avvenimento cosmico è la prima manifestazione della vita nella natura, l’inizio di tutto ciò che esiste. Inoltre, questa nascita è un avvenimento mistico, il che significa che il Cristo deve nascere in ogni creatura umana come principio di luce e di amore divino. Questa è la nascita del Cristo, e finché l’uomo non possiede la luce e l’amore, il Cristo non nascerà in lui. Potrà festeggiarlo, potrà attenderlo… ma non accadrà nulla.

Aggiungerò ancora qualcosa. Forse dubitate che, storicamente, il Cristo sia apparso? Alcuni hanno dubitato e hanno dimostrato che Gesù non è mai esistito, avanzando prove altrettanto scientifiche di quelle date da coloro che affermavano la Sua esistenza. Allora, che cosa si può dire? Ebbene, sem­plicemente che l’aspetto storico non è poi tanto importante. Supponete che si riesca a dimostrare in modo inconfutabile che Gesù non sia mai esistito, che è un mito creato mettendo insieme racconti diversi; resta tuttavia una cosa che si sarà obbligati a riconoscere: la grandezza eccezionale dello spirito che ha ispirato i Vangeli! È sufficiente che qualcuno sia stato capace di scrivere cose simili, di una tale profondità, di una tale luce; si rimane abbagliati e non è necessario porsi altre domande.

Non si può negare l’importanza storica della nascita di Gesù; tuttavia sono essenziali gli aspetti cosmici e mistici, perché la nascita del Cristo, della quale la nascita di Gesù è solo un aspetto, è un avvenimento che si verifica ogni anno nell’universo e a ogni istante Cristo può nascere anche in noi. Per qualcuno è già nato, per altri nascerà molto presto e per altri non si sa quando. Tutto sta nel prepararne le condizioni. Ecco perché è importante prepararsi molto tempo prima per la festa del Natale, per poterne comprendere tutto il significato.

___________________

LA SECONDA NASCITA

Abbiamo visto come tutto ciò che è stato scritto nei Vangeli sulla nascita di Gesù possa non essere vero dal punto di vista storico, ma sia assolutamente vero dal punto di vista simbolico, ed è questo l’essenziale, perché tale nascita può avvenire in ogni essere umano: è quella che viene chiamata la seconda nascita. Gesù stesso l’ha ricordata in uno dei passaggi più misteriosi dei Vangeli, nel quale un fariseo di nome Nicodemo va una notte a fargli visita: «Gli disse: Rabbi, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui. Gli rispose Gesù: In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio. Gli disse Nicodemo: Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare nel ventre di sua madre e nascere una seconda volta? Gli rispose Gesù: In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t’ ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così e di chiunque è nato dallo Spirito».

Soffermiamoci sulla risposta di Gesù: «….nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e da Spirito» . Che cosa significa: «nascere da acqua e Spirito»?

Per venire al mondo, l’uomo ha bisogno di una madre e di un padre fisici e per entrare nel regno dei Cieli ha bisogno di una madre e di un padre spirituali. Entrare nel regno di Dio è quindi una nascita, la nuova nascita, e tale nascita – dice Gesù – può avvenire solo grazie a nostra madre, l’acqua, e a nostro padre, lo Spirito, cioè il fuoco, perché, simbolicamente, lo spirito è rappresentato dal fuoco. Come la nascita di un bambino è il risultato del lavoro che il padre ha fatto sulla madre, così l’entrata nel regno di Dio è il risultato del lavoro del fuoco sull’acqua.

Nel linguaggio dei simboli, il fuoco rappresenta lo spirito, e l’acqua la materia primordiale. L’acqua e il fuoco sono l’espressione dei due principi maschile e femminile che si manifestano dall’alto al basso della creazione . Quando il fuoco e l’acqua lavorano assieme, producono energia e tale energia è una potenza che può essere utilizzata. Gli uomini, con la macchina a vapore hanno fatto una scoperta straordinaria, essenziale, tuttavia l’hanno messa in funzione solo sul piano fisico per far funzionare delle macchine, ma ciò è ancora molto poco. I due principi maschili e femminili del fuoco e dell’acqua sono rappresentati in noi dall’intelletto e dal cuore o, a livello superiore, dallo spirito e dall’anima. Per entrare nel regno di Dio abbiamo bisogno di questi due principi: il principio maschile da solo non è sufficiente e non basta nemmeno il principio femminile. Per lavorare, abbiamo bisogno di entrambi.

Se si riescono a comprendere le parole di Gesù: «nascere da acqua e da Spirito», si noterà che esse confermano l’interpretazione che vi ho dato della festa del Natale. Ciò che vi ho detto sulla dimensione mistica della nascita di Gesù, è esattamente ciò che Gesù stesso dice della seconda nascita. Con le poche parole della risposta a Nicodemo, Gesù ha mostrato di possedere la scienza dell’acqua e del fuoco, dei due grandi principi cosmici maschile e femminile.

Tutti sanno che cos’è la prima nascita. È la venuta al mondo di un bambino, concepito da un padre e da una madre; quando nasce, egli è in possesso di tutti gli organi che gli permettono di proseguire la sua vita terrena. Per sopravvivere sulla terra, si ha bisogno di respirare, di mangiare, di afferrare gli oggetti, di camminare, di parlare… e a tale scopo la natura ci ha dato i polmoni, la bocca, lo stomaco, le braccia, le gambe, le corde vocali e via dicendo. La prima nascita, se volete, è la nostra entrata nel mondo fisico, mondo che dobbiamo studiare e nel quale dobbiamo lavorare, se vogliamo evolvere. Ma ciò non è sufficiente. Esiste un altro mondo che è pura luce, puro amore e pura bellezza, e un giorno dovremo penetrare anche in quel mondo per esplorarlo, ascoltarne la musica, sentire i suoi profumi, contemplare i suoi fiori, gli alberi, i laghi, le montagne… Direte: «Anche quel mondo contiene tutto ciò?» Sì, poiché il mondo in basso, che è il nostro, è a immagine del mondo in alto; ne consegue che, sotto altre forme, tutte le bellezze del mondo visibile esistono anche nel mondo invisibile.

Al pari della nascita fisica, anche la seconda nascita necessita di un concepimento, e questo avviene nel mondo spirituale: lo spirito si unisce alla materia pura per concepire un bambino divino, e quando il bambino è nato nel mondo spirituale, naturalmente anch’egli può respirare, camminare, parlare, lavorare. Questa è la seconda nascita: poter entrare e vivere in un universo di un’altra dimensione .

Direte: «Ma sono io che nasco una seconda volta, oppure è qualcun altro che nasce in me?» In realtà, che siate voi o un altro è la stessa cosa. Ma si può dire che siete voi a nascere, poiché sentirete di avere un’altra coscienza, altri pensieri, altri sentimenti; entrerete in un mondo che esiste dall’eternità, ma nel quale non potevate ancora penetrare, perché non eravate ancora «nati una seconda volta».

Quando l’anima e lo spirito si uniscono, mettono al mondo un embrione che si sviluppa come una nuova coscienza, e tale coscienza apre le porte del regno di Dio. Questa nuova coscienza si manifesta come una luce interiore che scaccia le tenebre, come un calore talmente intenso che, se anche il mondo intero vi abbandonasse, non vi sentireste mai solo, come un’abbondante flusso di vita che zampilla ovunque i vostri piedi vi portino, come un flusso di forze che consacrate alla edificazione del vostro essere interiore, e anche come una gioia straordinaria di sentirvi in comunione con tutte le anime evolute dell’universo, una gioia di far parte di questa immensità… e la certezza che nessuno vi potrà togliere tale gioia. In India, questo stato di coscienza si definisce «buddhico», men­tre i cristiani lo chiamano «la nascita del Cristo».

Ora potrete comprendere meglio perché si dice che il vero Iniziato è androgino, cioè un essere che possiede in sé i due principi, maschile e femminile, in perfetta armonia. Per far nascere in sé il fanciullo divino, bisogna che al tempo stesso egli sia madre e padre, maschio e femmina: in quanto padre, avvia il processo del concepimento e, in quanto madre, porta avanti il processo di formazione; egli forma e nutre il bambino. Un Iniziato è un essere completo, non gli manca nulla perché possiede i due principi.

La nascita del principio divino è un avvenimento interiore talmente eccezionale che se un giorno vi sarà data la grazia di viverlo, non potrete sbagliarvi. È come se il Cielo fosse aperto davanti a voi e sentiste la presenza di un essere che vi sostiene, vi illumina, vi protegge, vi riempie di gioia. Anche nelle più terribili circostanze, nel momento in cui siete maggiormente scoraggiati, sentite che questo essere è presente e vi aiuta. È la sensazione di una presenza, di un contatto che non viene mai interrotto. Come se aveste accanto a voi, dentro di voi, una fiamma che non si spegne mai. Nel momento del bisogno, essa è pronta a darvi tutta la sua luce e tutto il suo calore; nell’attesa, sentite che è sempre presente come una luce sempre accesa.

La seconda nascita è la nascita nel mondo divino, e questa volta è l’uomo medesimo che decide di nascere e lo fa grazie ai suoi sforzi. Per nascere sul piano fisico, non hanno di certo chiesto la vostra opinione; sono altri che vi hanno chiamato, che vi hanno formato, tutto ciò non è dipeso da voi. In realtà, in un certo modo, è dipeso da voi, in quanto il vostro destino è decretato dai Ventiquattro Vegliardi in base al modo col quale avete vissuto le vostre esistenze precedenti 4, oggi diciamo così, per semplificare le cose. Per la seconda nascita, invece, siete veramente voi i responsabili, siete voi che decidete di nascere nel mondo della luce. Coscientemente, pazientemente, con intelligenza, vi modellate una coscienza diversa per nascere nel regno di Dio.

«Nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e da Spirito». Ciò significa che non si può rinascere se non si possiedono in sé i due principi del padre e della madre. La madre è l’acqua, l’amore del vostro cuore sublimato dall’anima. Il padre è il fuoco, la saggezza del vostro intelletto, sublimato dallo Spirito. Se non possedete questi due principi l’amore, che è il principio femminile, e la saggezza che è il principio maschile, non potrete rinascere. Un fanciullo ha sempre un padre e una madre con cui è stato concepito… Ebbene, senza amore e senza saggezza i genitori non esistono e il bambino non potrà mai nascere. Siete già nati una volta, è vero, ma non siete ancora nati dall’amore e dalla saggezza. Per nascere una seconda volta, sono necessari un padre e una madre più elevati, più evoluti del padre e della madre fisici: occorrono l’amore e la saggezza, e il bambino che nascerà sarà la verità, il regno di Dio del quale parla Gesù.

Direte: «Come? La verità è il regno di Dio? I filosofi e i teologi non la presentano così». Lo so, le definizioni che sono state date alla verità sono le più svariate, ma non hanno fatto altro che confondere le idee. Ecco perché molte persone che pretendono di possedere la verità sono in errore; lo si vede subito poiché non si manifestano né con saggezza né con amore. È il comportamento che rivela se un essere è nella verità, non le teorie e le elucubrazione che presenta agli altri.

Colui che agisce con amore e saggezza è nella verità e, anche se non dice nulla, tutti un giorno o l’altro finiranno per accorgersene. Quanto a coloro che si lamentano che la verità è difficile da conoscere, rispondo che non è vero. Se sono sinceramente desiderosi di trovarla, devono solo progredire nell’amore e nella saggezza. Sia ben chiaro: non troverete mai la verità come elemento isolato, perché non può essere concepita indipendentemente dall’amore (cioè dal cuore e dall’anima) e dalla saggezza (cioè dall’intelletto e dallo spirito). Il vostro amore e la vostra saggezza vi condurranno alla verità, nel regno di Dio.

Se attualmente ci sono tante diverse e contraddittorie «verità» che circolano nel mondo, ciò dipende dal fatto che esse riflettono le deformazioni del cuore e dell’intelletto degli uomini. Quando qualcuno vi dice: «Per me, la verità è che…» questa è la sua verità, e tale verità parla dal suo cuore e dal suo intelletto, cuore e intelletto che possono essere insufficienti, deformati o, al contrario, molto elevati. Se la verità fosse indipendente dall’attività del cuore e dell’intelletto, tutti avrebbero dovuto già scoprire la stessa verità, ma le cose non avvengono in questo modo e voi sapete bene che ognuno scopre verità diverse; solo coloro che possiedono il vero amore e la vera saggezza hanno scoperto la medesima verità, per questo parlano tutti lo stesso linguaggio.

Tutto dipende dunque dallo sviluppo armonioso del cuore e dell’intelletto e, ancora oltre, dell’anima e dello spirito. L’uomo si allontanerà dalla verità se non starà attento. Forse scriverà libri per esporre il proprio punto di vista, e non v’è dubbio che lo farà con sincerità, ma non sarà nella verità. La sincerità è una cosa, la verità è un’altra. Potete essere sinceri pur sprofondando nei peggiori errori, per cui non si deve giustificare col pretesto che si è sinceri.

La verità rimane un problema tanto oscuro perché la si considera come un’astrazione. Ora, la verità è il mondo nel quale siamo immersi; noi siamo collegati alla verità, siamo tutt’uno con essa poiché non è possibile separarci da lei. Viviamo nella verità, la ingeriamo, la respiriamo; bisogna, però, smettere di pensare che essa giunga dall’esterno. Colui che si aspetta di incontrare qualcosa di esteriore di cui poter dire: «Ecco la verità», si sbaglia. Alla verità ci si può avvicinare soltanto studiando l’amore e la saggezza e cercando di manifestarli.

Ogni volta che introducete nei vostri pensieri e nei vostri sentimenti elementi di amore e di saggezza, fate un passo verso la verità, ne toccate un certo aspetto, raggiungete un certo livello della verità. Tali aspetti e tali livelli sono infiniti! La verità bisogna averla trovata e al tempo stesso continuare a cercarla: bisogna cioè unirsi una volta per tutte ai due principi dell’amore e della saggezza, e contemporaneamente continuare a cercare le maniere più opportune per mettere in atto questi due principi. Così facendo, un giorno sentirete che state nascendo una seconda volta.

___________________

LA TERRA: SIMBOLO DELLA MADRE

Non vi è dunque niente di più importante che compiere tutti gli sforzi necessari affinché nasca un giorno il Bambino Gesù. Allora, la Terra e il Cielo arriveranno; dai 4 angoli del mondo alcuni esseri capiranno che è nata una nuova Luce e verranno a visitarvi e a portarvi i loro doni. Certo, vi sarà un Erode furibondo, ma per fortuna vi sono anche degli angeli che verranno ad avvertirvi perché il Bambino Gesù sia salvato.

L’uomo non può far nascere Gesù in sé se non ha compreso sua madre, la Terra. Il nostro corpo è in relazione con la Terra e tornerà alla Terra, perché è tratto dalla Terra, perché è il suo frutto, il suo bambino. E se l’uomo non è in una giusta relazione con la Terra, il Bambino Gesù non può nascere nelle sue azioni, nel suo corpo fisico.

La Terra è un essere intelligente, è la creatura più sconosciuta, più disprezzata, più disdegnata e le grandi sventure provengono da questo. Sì, perché non rispettiamo nostra madre che ci ha donato il suo corpo, il nostro corpo. La terra possiede officine, laboratori straordinari dove può trasformare tutto. Ed è questo che fa senza sosta: tutte le impurità, tutte le scorie che le vengono date, essa le trasforma per produrre frutta, fiori e tutto ciò che è utile e bello. È molto intelligente, la Terra!

E cos’è la Terra? È la figlia di una madre, che è la figlia di un’altra madre, che è essa stessa figlia di un’altra madre. Dunque, vi sono una bisnonna, una nonna, una madre e una figlia. Ebbene, la figlia è la Terra. La bisnonna è la Natura cosmica, invisibile, che ha formato l’universo: la Sposa di Dio. La nonna è l’universo. Quanto alla madre, non la si vede, è al di là della Terra, sua figlia, che è una rappresentazione della grande natura, Iside. E i figli della Terra sono tutti gli alberi, tutti i frutti, tutto ciò che produce.

La Terra è resa fertile dal Sole e produce figli tutto l’anno nelle diverse regioni. Il Sole è il padre e la terra è la madre, ma al di là vi sono altri padri e altre madri. Vi è anche il Sole invisibile, il Sole nero, dal quale il nostro Sole trae le sue energie. Sì, tutto è collegato. Prendete l’albero. Le radici sono la bisnonna; il tronco, la nonna; i rami, la madre; le foglie con i fiori, la figlia; e i frutti sono ciò da cui tutto ricomincia, poiché tutto è compreso nel frutto. L’albero è una condensazione di tutto l’universo. Guardate l’atomo; esso è una condensazione del sistema solare e, a sua volta, il sistema solare non è altro che un atomo nell’immensità e una condensazione di questa immensità. La chiave dell’analogia che vi ho dato apre tutte le porte e dovete imparare a servirvene. Anche nel corpo fisico si trova questa condensazione: la bisnonna, la nonna, la madre e la figlia… e i frutti.

Gesù ha molti nomi. Certo nella storia il suo nome è Gesù, ma nel campo mistico non si chiama più Gesù, si chiama Sé Superiore. Quando si dice che l’uomo si fonde con il suo Sé Superiore, che si unisce con l’Anima Universale, che riceve lo Spirito Santo, sono formule differenti per eprimere la stessa realtà. L’Anima Universale è l’oceano nel quale tutto vive, è l’Akasha, è l’etere più puro nel quale siamo cullati, che è dovunque, che sa tutto, che contiene tutto, che trasmette tutto da un capo all’altro dell’universo. E quando l’apostolo diceva “In Lui ci muoviamo”, parlava dell’Anima Universale che è un’emanazione di Dio ma che non è ancora Dio stesso.

Quando si dice che viviamo in Dio, in realtà ciò non è completamente esatto, noi viviamo in una sostanza che Egli ha emanato. All’inizio Dio ha emanato una Luce, e quella prima sostanza che era pura Luce è l’Anima Universale. Quando Dio disse ”Che la Luce sia!”, quella Luce che apparve non è la luce che noi vediamo. La luce che vediamo è un riflesso, una rappresentazione che ci dà solo un’idea di cosa sia la vera Luce. Essa alimenta l’universo, contiene tutto, e tutti gli esseri in essa si muovono come i pesci che nuotano nell’oceano. Quella Luce è pure composta di strati diversi più o meno sottili. Guardate l’atmosfera: è un oceano ove noi siamo come pesci di un’altra specie che nuotano e vivono come i pesci dell’oceano liquido. E al di là di quell’oceano si estende un oceano eterico ove vivono altre creature… L’Anima Universale ha dunque dei piani più o meno densi, più o meno sottili.

Ecco una scienza che gli uomini devono ancora imparare: come cambiare la polarità. Quando venite a contatto con qualcuno che è più grande di voi, subito dovete diventare ricettivi, come una donna, se volete trarre profitto da tutto ciò che conosce. Altrimenti, non ne trarrete alcun vantaggio, non riceverete nulla. Ma se siete davanti a qualcuno che è inferiore a voi, diventate un uomo, vale a dire date, influenzatelo, proteggetelo. Occorre saper diventare donna e uomo. Riflettete un po’ e vedrete che nei casi in cui non avete saputo polarizzarvi nei confronti di qualcuno superiore o di qualcuno inferiore a voi, avete sempre dovuto perdere qualcosa invece di guadagnarla.

di Omraam Mikhaël Aïvanhov

Opere del Maestro Aïvanhov consultate: Natale e Pasqua nella Tradizione Iniziatica; Voi siete Dèi, l’essenza divina che è in noi; In principio era il verbo…; La Seconda Nascita – Amore Saggezza Verità; Che cos’è un Figlio di Dio?; Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia.

 

 

 

 

Articoli correlati

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio