MisteriSpiritualità

Sulla "confusione" delle informazioni

di Alessandra Ricci

Confusione È tanto che avevo in mente di scrivere due righe su questo argomento, in merito alle info che confondono e fanno perdere "la bussola" al "cercatore di verità". E’ anche una risposta a chi, tra mail e commenti, mi ha fatto capire che c’è una questione di fondo molto importante da chiarire sulle "veridicità" o meno delle notizie o dei video che girano in rete… chi è solito cercare info sul web, per avere risposte alle sue domande, sa bene di cosa parlo…

Premetto che sono circa 15 anni che mi interesso alle tematiche che traduco e che pubblico sul mio canale… e ho imparato, col tempo, che tutto ciò che si tocca, in termini di valutazione e critica, non dev’essere necessariamente o "valido" o "scartato a priori" per poter avere una visuale d’insieme coerente del rapporto tra l’io, la vita e il mondo… anzi, la mia esperienza mi ha insegnato che è vero il contrario.

Sposare idee, opinioni, ideologie dogmatiche (ufficiali o alternative che siano) molto spesso ci allontana da un percorso di ricerca "sano" e privo di pregiudizi e "inquina" il senso originario, quell’urgenza di fondo alla comprensione, che viene percepito quando ci si "accorge" che molte cose "non quadrano"; mentre il non legarsi a queste può portare a delle inaspettate "sorprese".

Cercando la parola "confusione" ho trovato le seguenti definizioni:

  • distribuzione disordinata o casuale di cose, sentimenti, pensieri;
  • scompiglio, mescolanza caotica e disordinata;
  • lo scambiare una cosa per un’altra;
  •  riunione o distribuzione di elementi senza un criterio logico.

Da qui si può comprendere il significato di questo termine… "distribuzione disordinata", quando "ordine" vuol dire invece:

  • disposizione, successione di una serie di elementi secondo un determinato criterio. 

Quindi "disposizione di una serie di elementi" (o in questo caso di "pezzi mancanti", perché la "confusione" in questione nasce da ciò), e secondo un determinato "criterio".

Qual è questo "criterio"? Non si tratta di valutare un’idea, un pensiero, un’ipotesi in base a ciò che si pensa, o si dice, essere "vero" o "falso", bensì di trovare la "giusta collocazione" degli elementi in un contesto più ampio che viene creato man mano durante la ricerca, poiché ogni frammento di informazione ha un suo "perché", un suo posto all’interno del "mosaico mentale" di ciascuno, che è poi, in sostanza, ciò di cui è composto il mondo in cui viviamo. Tra l’altro vero e falso sono spesso interscambiabili, nel senso che esistono "cercatori di verità" e "debunker" che possono entrambi, inconsapevolmente o meno, far passare una verità per falsità e viceversa, per intenderci… vera o falsa che sia un’affermazione, quell’affermazione "c’è" e bisogna decidere cosa farne. Come procedere?

Per quanto sia vero che molti di noi si accostano a tematiche spesso "indimostrabili" dal punto di vista ufficiale, soprattutto per quanto riguarda l’ambito della spiritualità e le sue "insondabili" dimensioni (nonostante la scienza stia pian piano aprendosi verso nuovi orizzonti ed altre considerazioni), non per questo non bisogna renderle oggetto di analisi e vagliarle con lo stesso strumento d’indagine della scienza, ovvero il processo "umanissimo" e razionale della logica, cercando attinenze e connessioni che possano, in qualche modo, chiarire ed allargare il "territorio" di ciò che può essere percepito, analizzato e compreso. Chi lo ha fatto ha trovato un’insospettabile "filo conduttore", tra il materiale e l’immateriale… ma qui viene coinvolto un altro elemento, "l’esperienza", che trascende il campo delle informazioni, e questo è un altro discorso.

Il nocciolo è che tra il dire "questo è vero e questo non lo è" e il dire "questa verità la mettiamo qui e questa falsità la collochiamo lì" c’è una linea molto sottile, ma determinante nell’impostazione mentale di chi si appresta a "cercare risposte". La prima considerazione implica un arrivare a conclusioni, spesso "definitive", a cui ci si aggrappa precludendosi il privilegio e la libertà di poter accedere ad altre visuali, per quanto diverse. La seconda, invece, implica una considerazione di alternative, un "vediamo cosa succede", ovvero non ci si aggrappa a conclusioni, per quanto senso abbiano, le si lascia "in sospeso" come "verità del momento" e ci si lascia la libertà di poter andare "oltre", concedendosi la possibilità di scoprire legami di cui prima non si immaginava l’esistenza… spesso straordinari.

Capire questa sottigliezza è fondamentale se si vuol rimanere "distaccati e sereni" davanti alla marea di input esterni, se si vuol cercare di "capire". Tra l’altro chi è che è arrivato tanto in là, nella sua ricerca, da poter affermare "questa è la verità", considerando che le verità precedenti cambiano ogni qualvolta si scoprono verità nuove… è un processo senza fine…

Se è vero che tutto è Uno non si può, da una certa prospettiva, non unire "vero e falso" sotto lo stesso tetto. E non si deve "impazzire" o "perdersi" in tutto ciò… perché il mondo e le info, in fondo, sono come degli "oggetti esterni a noi", diciamo così, pezzi di un puzzle che possono essere "osservati, studiati ed assemblati" per poterne ottenere un’immagine che dev’essere "utile"ad "imparare", magari anche divertendosi. Ma bisogna ricordare che è solo un’immagine… transitoria, come i suoi pezzi… come questa vita… poiché ciò che rimane, ciò che non passerà mai, sono io che svelo", "l’Osservatore senza Spazio e senza Tempo". Questa è la mia di "verità"… per ora.

Vi auguro una ricerca "serena".

di Alessandra Ricci

Fonti: moksha75ar (youtube), ConnessioneCosciente (youtube)

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