Spiritualità

L’Albero Sefirotico e il suo complementare: Albero Qliphothico

Il seguente articolo descriverà brevemente ogni Sephiroth e la natura del suo Qlippoth equivalente. L’intenzione è quella di favorire una migliore comprensione di come le rispettive forze divine e demoniache siano legate le une alle altre. Riunire la natura di ogni Sephiroth e la traduzione letterale del corrispettivo demoniaco ci aiuterà a comprendere al meglio l’intera struttura.

 


 


KETHER – THAUMIEL

Kether (ebraico, Corona) rappresenta la prima e più pura emanazione del Divino. Kether rappresenta anche il primo momento della creazione. Identifica il momento del movimento, prima che il non essere si trasformi in essere. Per quanto riguarda lo sviluppo spirituale Kether è il punto più alto concettualizzabile in teoria, tuttavia non è possibile accedervi tramite la nostra mente razionale. Il suo simbolo è un unico punto, in quanto tutte le differenziazioni o le qualifiche si fondono insieme in un’unica indivisibile unione, Kether.

Il nome di Kether in forma di Qliphoth è Thaumiel ma non ci è stata tramandata una traduzione precisa. Il suo archetipo, tuttavia, è la natura delle due forze in conflitto, suggerendo quindi, la traduzione, ‘forze in lotta’ (tedesco, ‘Die Widerstreitenden Kräfte’). Thaumiel è il lato malvagio di Kether rappresentato dalla tensione eternamente aggressiva o dualità tra due polarità opposte. Se tutto è uno e unificato nel primo raggio di luce in Kether, tutto è diviso e scisso nella sua essenza più interna in Thaumiel.

CHOKMAH – GHOGIEL

Chokmah (ebraico, Saggezza) è correlato alla aspetto maschile di Kether, che è ancora completamente indistinto nella sua presenza in Kether. Questa Sephira è anche chiamata ‘il Padre’. Chokmah esprime l’idea della traboccante vitalità divina e delle forze, ancora informi, della creazione. Come Kether è inaccessibile alla percezione umana, così Chokmah può essere inteso come il punto di origine di tutta la dinamica e l’inizio della percezione.

Ghogiel (anche Ghagiel) rappresenta l’antagonismo al potenziale creativo e al moto eterno in Chokmah. Questo aspetto qlippothico è completamente incapsulato nella traduzione del suo nome, “Coloro che ostacolano”. Ghogiel stesso rappresenta il blocco e l’inibizione del moto divino. Così, la Qlippoth di Chokmah rappresenta la morte del primo seme della creazione e l’ostruzione del primo movimento delle forze creative della natura.

BINAH – SATORIEL

Binah viene tradizionalmente tradotta come Comprensione o Intelligenza ed è correlato all’aspetto femminile di Kether. Binah è chiamata anche ‘la Madre’ e in lei tutte le forze creative rimangono in potenza contribuendo a dare forma e a bilanciare il potenziale creativo di Chokmah. Se la seconda Sephira è l’archetipo di una straripante vitalità, è l’influenza di Binah che garantisce struttura e forma a queste forze.

Se il lato luminoso della Binah rappresenta il punto di partenza dove le forze creative prendono forma (tedesco, Formwerdung), Satoriel rappresenta la morte dell’energia creativa. Lo scopo di Satoriel è quello di oscurare la natura dell’essere dietro la forma che non riesce a riflettere l’essenza che rappresenta. Così la percezione e il contatto con questi tipi di forme senza vita si esaurisce in superficie e non può connettersi con le loro forze creative interiori. Satoriel è tradotto come “Coloro che si nascondo” (tedesco, ‘Die Verberger’).

DAATH – BELIAL

Daath è tradizionalmente tradotto come ‘Conoscenza’ ed è spesso chiamato pseudo-Sephira o undicesima Sephira. Daath emerge dall’unione di Chokmah e Binah, lo Zohar cita quindi Daath come la “figlia di sapienza e di intelligenza” (Sohar III fol 291..) chiamata Conoscenza. Daath è descritta come una pseudo-Sephira perché nella sua posizione, nel Chiim Etz, non si trova alcuna originale forma di potenza divina. Tuttavia, Daath è l’ingresso segreto e il punto di uscita utile ad influenzare le Sephiroth della prima Triade manifestata nella Creazione. Allo stesso modo Daath è anche un punto di ingresso e di uscita per il lato oscuro dell’albero che conduce verso il basso per Yesod o verso l’alto da Yesod.

La conoscenza di Daath è una porta che conduce dalla Prima Triade, alla Seconda, alla Terza e dal lato luminoso al lato oscuro della struttura. Il Qlippoth di Daath blocca il passaggio, attraverso questa porta, creando il concetto di “conoscenza fine a se stessa”. Quando la curiosità si trasforma in avidità di conoscenze si perde di vista il reale scopo (spirituale) del proprio viaggio e si viene imprigionati in una torre d’avorio di informazioni (segrete). Il Qliphoth di Daath è la conoscenza che non deriva dalla vita o che non è stata riunificata ada essa. Allo stesso tempo, la Qliphoth di Daath può assumere la forma opposta e presentarsi sottoforma di disprezzo e morte della conoscenza. In entrambi i casi, la Qliphoth di Daath sta prendendo il valore più prezioso della conoscenza – utilizzandolo come passaggio per un cambio di prospettiva e stato dell’essere. La Qliphoth di Daath è chiamata Belial o ‘Beli al’ che può essere tradotto come “Gli Inutili” (tedesco, ‘Die Wertlosen’).

CHESED – GHA AGSHEBLAH

Chesed (ebraico, Misericordia) è la quarta Sephira e la prima della seconda triade. Nelle fonti cabalistiche, inoltre, Chesed si riferisce all’”estensione della volontà divina’, mentre la Sephira seguente viene descritta come “concentrazione della volontà divina’. Tale interpretazione è confermata dal fatto che la Misericordia (Chesed) può essere intesa come il riflesso della divina saggezza (Chokmah) su un livello spirituale: Chokmah è stata identificata come la fonte traboccante ma ancora informe delle divine forze creative. La Misericordia è quindi il riflesso di questa Sephira a livello spirituale. A questo punto, quindi, nella struttura le forze di Chokmah sono state plasmate dall’influenza di Binah e sono ora pronte ad espandersi come il riflesso spirituale della volontà divina.

Il Qliphoth di Chesed è la forza divina che si diffonde così tanto e così sottilmente che si rompe a causa della sua debolezza. Questo Qliphoth rappresenta l’amore sbagliato e squilibrato che esaurisce e soffoca in ultima analisi, il suo oggetto, con la sua sconfinata benevolenza e tenerezza. Il Qliphoth di Chesed si chiama ‘Gha Agsheblah’, che può essere tradotto come “I fragili” (tedesco, ‘Die Zerbrechenden’).

GEBURAH – GOLOHAB

Geburah (ebraico, Giustizia) è la quinta Sephira e il riflesso di Binah nella seconda Triade. Le forze che danno forma sono compresse in Geburah per produrre il rigore della giustizia. Al fine di bilanciare le forze espansive di Chesed, Geburah rappresenta la ‘concentrazione della volontà divina’. Allo stesso modo la quinta Sephira stabilisce la severità che concede a sua volta autorità alla mitezza di Chesed.

L’aspetto qlippothico di Geburah è il più facile da spiegare: è la durezza e la spietata violenza che giudica secondo norme di parte. E’ l’ira contro i movimenti imprevedibili della vita e della creazione (Chokmah / Chesed). Il Qliphoth di Geburah è pronto a bruciare l’ultimo seme della vita, al fine di mantenere una struttura stabilita o legge. Il Qliphoth di Geburah si chiama ‘Golohab’, che può essere tradotto come “Coloro che si infiammano” (in tedesco, ‘Die Verbrenner’).

TIPHARETH – TAGIMRON

Tiphareth (ebraico, Bellezza) è la sesta Sephira e il riflesso di Kether nella Triade secondaria. Proprio come il cuore nel corpo umano, Tiphareth costituisce il centro del Chiim Etz. L’idea di bellezza rappresentata da Tiphareth, tuttavia, non mira, in primo luogo, a forme estetiche di bellezza. Piuttosto, è l’espressione di tutte le qualità spirituali e morali che contribuiscono a stabilire un equilibrio armonico tra le influenze di Chesed e Geburah (Kiesewetter, K., 1987, p.396).

L’aspetto qlippothico di Tiphareth è rappresentato da tutte le influenze che aiutano a nascondere piuttosto che svelare la bellezza. L’essenza di questa natura demoniaca diventa evidente se si cerca veramente di comprendere il significato della bellezza in Tiphareth: qui la bellezza non è un termine che serve a coniare termini di estetica fisici, ma è la natura più interna della stessa creazione. Al fine di cogliere la bellezza mistica o “segreto” della propria natura è necessario accedervi intuitivamente senza lasciarsi influenzare da intelletto o logica. Il Qlippoth di Tiphareth dunque rappresenta forze che ostacolano l’uomo nel sperimentare questo stato di unione, comunione e bellezza. Possono assumere la forma di ogni forza che crea confusione piuttosto che la fusione tra cuore e mente. Il Qlippoth di Tiphareth si chiama ‘Tagimron’, che può essere tradotto come ‘I Contendenti “(tedesco,’ Die Streitenden ‘o’ Die Disputierer ‘)

NETZACH – GHARAB

Netzach (ebraico, Vittoria) è la settima Sephira e quindi la prima della terza Triade. La sua natura è suggerita dalla sua posizione nella struttura come la seconda riflessione di Chokmah e la prima riflessione di Chesed: il termine Vittoria va inteso come il trionfo sulle forze opposte che erano ancora immanenti in Chesed e sono pienamente espresse ora in Netzach. La creazione ha dato alla luce le forze fondamentali di attrazione e di repulsione che ora possono applicarsi armonicamente a tutti i principi della vita fisica e biologica.

Il Qlippoth di Netzach è rappresentato da queste due forze opposte della natura senza l’influenza della Saggezza (Chokmah) e la Misericordia (Chesed). Se la creazione inizia a produrre la vita con noncuranza in quanto è preparata a distruggerla di nuovo siamo in grado di concepire il demone di Netzach. Il Qlippoth di Netzach si chiama ‘Gharab’ o ‘AREB-Zereq’, che può essere tradotto sia come ‘I Corrosivi’ (tedesco, ‘Die Zersetzer’) o come ‘I Corvi della Morte’.

HOD – SAMAEL

Hod (ebraico, Gloria) è l’ottava Sephira e la prima riflessione di Geburah e la seconda riflessione di Binah. Espressa in Hod troviamo l’idea di fluttuazione. Questa idea creativa giaceva nascosta nella forza di Geburah e si fonda sulla mancanza del sé della Binah. La fluttuazione di Hod è lo scintillio degli oggetti riflettenti sotto i raggi di luce. E’ la fluidità e la flessibilità della nostra mente pensante. Per quanto riguarda la creazione è correlata all’idea di moltiplicazione.

Il Qlippoth di Hod, analogamente, si fonda sull’idea di un oggetto che irradia: i nostri occhi sono accecati e non possono guardare dietro la superficie radiante. Un riflesso non autentico può essere inteso come l’inizio di una illusione e di un inganno. Nel regno della mente l’ombra di Hod è quindi rappresentata dall’artificiosità e dalla menzogna. Allo stesso tempo, il demone di Hod è correlato alle idee di volubilità, esitazione e mancanza di determinazione – le fluttuazioni negative della nostra mente. Il Qliphoth di Hod si chiama ‘Samael’, che può essere tradotto come “Gli Ingannatori” (tedesco, ‘Die Tauscher’) o ‘Veleno di Dio’ (tedesco, ‘Das Gift Gottes’).

YESOD – GOMALIEL

Yesod (ebraico, Fondamento) è la nona Sephira e l’ultimo terzo della Triade, ma è anche la prima riflessione di Tiphareth e la seconda riflessione di Kether. E’ possibile tracciare una analogia tra Yesod e i genitali del corpo umano. Questa correlazione esprime l’armonizzazione positiva delle forze di Netzach e Hod con la fertilità, come risultato naturale. Lo Zohar spiega questo pensiero con le seguenti parole:

“Tutto torna alla base da cui ha avuto origine.
Tutti i marchi, tutti i succhi, tutte le forze sono qui riunite. Tutte le forze dell’esistenza
passare da questo punto attraverso gli organi genitali. “
(Der Sohar III. Fol. 296)

L’idea del fondamento, quindi, si materializza nel processo in cui prendono forma le forze di attrazione e di repulsione (Netzach) in tutta la loro diversità (Hod) all’interno della creazione.

L’aspetto Qlippothico di Yesod è rappresentato da un senso distorto o distruttivo della fertilità. A livello fisico è rappresentato dal desiderio sessuale che non viene mai soddisfatto, ma che esige sempre nuovi e più forti stimoli consumando vitalità creatività senza offrire nulla in cambio. L’idea più generale di questo Qlippoth, tuttavia, è un atto di creazione che non si basa su un’intenzione di Bellezza (in senso di Tiphareth) e pertanto non genera una creatura che ha come attributo la bellezza. Il Qlippoth di Yesod è chiamato ‘Gomaliel’ o ‘Gamaliel’ e può essere tradotto come “Gli Osceni” (tedesco, ‘Die Obszönen’).

MALKUTH – LILITH

Malkuth (ebraico, Regno) è la decima Sephira e l’unico punto al di fuori o al di sotto delle tre Triadi alla fine del Chiim Etz. Malkuth pertanto non può essere descritta come la singola riflessione di ogni Sephira ma deve essere intesa come una riflessione o il culmine delle nove Sephiroth sopra di lei. L’ultima Sephira dell’albero non esprime una decima qualità delle forze divine della creazione, ma è l’espressione di tutti i poteri concentrati e manifestati sopra di lei: Malkuth è la concentrazione e la materializzazione di tutte le emanazioni precedenti del divino, in un unico punto . Così le forze della creazione divina prendono forma in Malkuth, proprio come un re nel suo regno.

Proprio come le forze positive delle nove Sephiroth sopra Malkuth si condensano in questo unico punto, il Qlippoth di Malkuth è ugualmente il culmine di tutte le forze demoniache precedenti. La forma e l’influenza di questo Qlippoth è dunque una e molte, allo stesso tempo, proprio come si legge nella Bibbia “Il mio nome è Legione, perché noi siamo tanti.” (Marco 5:9). Il nome del Qlippoth di Malkuth è ‘Lilith’ o ‘Nahemoth’, che può essere tradotto come ‘Regina della notte’. Lo Zohar spiega “lo spirito disonorando della natura” (Sohar I. fol. 55a) come origine o motivo d’essere di Lilith e delle sue demoniache sorelle ‘Naama’ e ‘Igrith’.

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