ScienzaSpiritualità

La scienza per l’uomo

IL DECALOGO DELLA SCIENZA

Questo decalogo, stilato da diverse mani, ci è stato gentilmente inviato dal professore Antonio Giuditta dell’Università di Napoli, al quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per aver condiviso un testo così prezioso ed essenziale.

A nostro parere, non è ancora stato redatto uno scritto migliore in grado di rappresentare in sintesi i principi della vera Scienza.

1. La scienza é attività dell’uomo per l’uomo, e l’uomo é unità fisica e mentale. Il suo benessere riguarda la persona umana presa nella complessità delle sue interazioni con gli altri uomini, con l’ambiente della terra, e con l’universo.

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” (Dante Alighieri). “Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni …” (William Shakespeare).

2. La linea di confine tra naturale e sovrannaturale, tra fisico e ultrafisico, é pura convenzione accademica. Il vero confine della scienza riguarda il non conosciuto. Tutto quello che esiste é naturale.

“Ci sono piu’ cose in cielo e in terra che non spieghi la tua filosofia” (Shakespeare).

3. La scienza deve riconoscere l’esistenza di fenomeni non sperimentabili e non ripetibili, ed aprirsi ad una visione onnicomprensiva dei misteri del mondo e dello stupore che essi generano.

“Liberiamoci dall’intellettualismo della scienza per ritrovare la nostra propria natura e quindi la natura in generale” (Max Weber).

4. La scienza non può essere ridotta a tecnologia, per quanto sofisticata. Essa aspira a generare una visione del mondo che riguardi tutto l’esistente. La conoscenza scientifica sorge dall’ispirazione e dall’intuizione oltre che dal metodo, così come gli altri conseguimenti della cultura dell’uomo.

“L’aspirazione verso la verità e la comprensione… sorge dalla sfera della spiritualità” (Albert Einstein).

5. La scienza deve essere eticamente impegnata verso la natura e verso la persona umana nella sua inscindibile interezza.  Questo le dà uno scopo sostanzialmente diverso da quello ottenibile con il mero uso degli strumenti tecnologici. I valori che hanno fondato la scienza derivano dal mondo morale: attrazione per il mistero, onestà, rispetto per la verità, coerenza, comprensibilità. La scienza si ricollega a questi valori.

6. In campo medico, la scienza deve mettersi al servizio della persona malata e della sua interiorità, e rifiutare l’idea che l’unica via alla guarigione passi attraverso impersonali diagnosi e terapie fisiche o chimiche, o peggio invasive o meramente sintomatiche. Medico e malato devono sentirsi liberi di ricorrere anche a trattamenti non compresi entro i confini della medicina ufficiale.

7. La scienza deve disconoscere successo e potere, comunque ottenuti, come criteri di valore (un’eredità del darwinismo sociale) e rifiutare una visione competitivo-militare della ricerca.

“L’oggetto della ricerca non sarà soltanto stabilito dal sentimento di potenza che viene dalla dominazione, ma sarà piuttosto ispirato dal senso di meraviglia e di rispetto che circonda tutto quanto è misterioso” (Adolf Portmann).

8. Di fronte a una scienza che punta i suoi missili verso l’impossibile (terapia genica, guerre spaziali, realtà virtuale…), deve sorgere un’altra scienza che aspiri ad affacciarsi a un mondo abitabile per l’uomo.

“Ciò che è necessario è ripristinare la categoria del sacro, la categoria più completamente distrutta dall’establishment scientifico” (Hans Jonas).

9. La scienza deve ritrovare il suo ambito, i suoi limiti e le sue ispirazioni originarie. La tecnologia deve ritornare ad essere una moderata e garbata imitazione-celebrazione della natura.

10. La ricerca scientifica non può essere sottomessa al potere politico/economico che tende a privilegiarne l’aspetto applicativo. La ricerca di base deve riprendere il ruolo primario che le spetta, libera da condizionamenti imposti dall’ente finanziatore, ma valutata esclusivamente per la sua qualità.

Antonio Giuditta

Fonte: spaziomente.com

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