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Quando la donna guadagna più dell’uomo: una rivoluzione sociale che fa scoppiare la coppia?

A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta a Roma

clip_image001Uno dei problemi più nuovi e destabilizzanti delle coppie moderne: lui guadagna meno di lei. Cosa c’è di male direte voi… assolutamente nulla, se solo la coppia non fosse spesso ancora troppo legata ad una struttura oramai atavica in  cui è l’uomo che mantiene la famiglia e la donna può al massimo contribuire con un lavoro part-time che va ad integrare lo stipendio del compagno. In realtà si tratta di un modello oramai superato già da tempo, ma sembra che la società faccia fatica a mantenere il passo di questa innovazione antropologica. Infatti negli Usa, come anche in Italia, sono sempre di più le coppie in cui lei guadagna più di lui o in cui comunque entrambe danno lo stesso apporto economico alla famiglia.

Oggi non è più l’uomo che provvede a “portare i soldi a casa”, ma anche la donna dà il suo contributo. Dall’ultima ricerca Istat sull’argomento, è difatti emerso che addirittura il 22% delle donne percepisce uno stipendio più alto del compagno e sono salite dell’8,9% rispetto al passato. Poche, direte voi, ma non è così se andiamo a considerare anche il 37% di coppie in cui i redditi sono uguali: questo porta ad un 46% di famiglie in cui il reddito della donna è uguale o superiore a quello del proprio compagno.

Siamo dunque di fronte ad un cambiamento sociale radicale che ha visto la donna emanciparsi negli ultimi 20-30 anni e passare da casalinga a lavoratrice part-time, a manager e imprenditrice.

L’uomo si sa, evolutivamente parlando, si è sempre adoperato per portare il cibo prima e il denaro poi necessari per il sostentamento della famiglia: questo, se da un lato lo ha reso orgoglioso, dall’altro gli ha conferito maggiore sicurezza e controllo “se la mia compagna sta a casa con i figli o comunque fa un lavoro subalterno al mio, ho comunque una posizione di rilievo.”

Oggi per fortuna, non sono più in molti a pensarla così, ma il semplice fatto che la donna guadagni più dell’uomo stia suscitando scalpore, significa che la società ancora non è pronta per assorbire questo cambiamento. Malgrado l’evoluzione dei tempi, facciamo, infatti,  difficoltà a staccarci da questa cultura patriarcale, in cui vige l’equazione “denaro = potere e virilità”. Comprensibile che per l’uomo sia faticoso perdere questo privilegio consacrato da millenni di vita di coppia, e ancor più comprensibile che la donna faccia fatica e non senza sensi di colpa, ad affrancarsi dallo stereotipo culturale che la vorrebbe esclusivamente “angelo del focolare” .

Alla luce di ciò appare evidente come questa novità nel panorama antropologico, porti con sé nuovi motivi di conflitto tra i partner: la donna ora, non più economicamente schiava, è più consapevole di quello che vuole e a costo di ottenerlo è disposta a restare single; l’uomo ha barattato un po’ di virilità con una maggiore tolleranza, mettendo da parte l’orgoglio e rendendosi disponibile a sposare donne più ricche di lui.

In tutto questo come reagisce l’uomo?

Se la donna ricopre un ruolo prestigioso, il suo lui può sentirsi castrato: la sua autostima è minacciata, si sente sminuito, non all’altezza e veder minata persino al sua identità sessuale.

Frustrazione, rabbia e depressione sono indici di un malessere che può mettere in crisi il rapporto. Ammirazione e rabbia coesistono, come anche desiderio e umiliazione, orgoglio e collera: un mix di emozioni distruttive che possono far esplodere la coppia.

Può dunque scattare in lui un meccanismo per cui, per senso di rivalsa, l’uomo inconsciamente punisce la donna. L’atteggiamento tipico è quello di diventare ipercritico: lei torna tardi dall’ufficio e lui si lamenta della cena o della casa non in ordine, sottolineando la mancanze. Spesso il conflitto investe anche la sfera sessuale. Lui si dimostra disinteressato al sesso o la accusa delle disfunzioni o diventa infedele. Lei mette in dubbio la propria femminilità e si sente in colpa

Litigi legati al senso di frustrazione di lui che lei potrebbe leggere come invidia, come anche tradimenti da ambo le parti: nel caso dell’uomo, proprio per trovare conferma della propria virilità altrove dove magari la sua identità e orgoglio non vengono feriti, nel caso della donna, per trovare qualcuno con cui condividere senza sentirsi in colpa ed essere accettata per quello che è .

Cosa può fare la donna?

Se la donna ha successo, potrebbe avere una vita di relazione più ricca per le cose che fa e per le persone che incontra, oltre ad avere maggior peso “mentale” all’interno della coppia: il compagno potrebbe quindi trovarsi a subire letteralmente la carriera della sua lei con la frustrazione costante legata all’esempio di quello che lei è e che lui non è stato in grado di essere e fare.

Un conto se la differenza è di qualche centinaia di euro, un altro paio di maniche è se si tratta di una cifra più importante: come si dividono le spese della casa? Come si fa con le vacanze da scegliere? E per i regali? Lui può sentirsi molto umiliato nel momento in cui si trova di fronte all’impossibilità oggettiva di reggere il passo e il tutto può essere esasperato in un contesto sociale che usa il reddito come unità di misura del valore personale. Ne consegue che il partner sia indotto a pensare “Non valgo abbastanza per lei, sono un peso e non posso renderla felice”

Cosa può oggettivamente fare la donna per evitare questa svalutazione indiretta dell’uomo?

1)      Anzitutto togliersi l’armatura: va bene essere dei caterpillar sul lavoro, ma a casa è bene confrontarsi da persona a persona, lasciando fuori dalla porta l’abito della donna in carriera.

2)      Evitare di fare regali o acquisti troppo costosi che poi lui non potrebbe ricambiare: stabilite una soglia da rispettare e che sia accessibile per entrambi.

3)      Non scegliere mete costose per le vacanze: lui sarebbe capace di contrarre debiti pur di farla felice e lei lo porterebbe a fare sacrifici immani; meglio un budget condiviso per viaggio e soggiorno.

4)      Quando si esce sarebbe bene pagare a metà o a turno.

5)      Coinvolgere il partner nel proprio lavoro chiedendo pareri e conferme.

6)      Scambiarsi i ruoli all’interno delle mura domestiche e collaborare attivamente nelle attività casalinghe.

Come si può trovare un equilibrio ed evitare così che la coppia scoppi?

1)      Anzitutto è necessario liberarsi dai pregiudizi e dalle credenze veicolate dalla religione, dalla società e dall’educazione secondo cui l’uomo deve svolgere determinati compiti e la donna può svolgerne altri: è fondamentale reinventare i ruoli maschili e femminili.

2)      Basare la propria autostima su altri aspetti di sé: questo è solitamente più facile per le donne, abituate a rivestire molteplici ruoli ( madre, moglie, figlia, sorella, amica), mentre l’uomo spesso è impegnato solo nel proprio lavoro ( e questo è anche uno dei motivi per cui dopo il pensionamento è più facile che l’uomo cada in depressione rispetto alla donna che invece sa reinventarsi).

3)      Dividersi incombenze domestiche e questioni finanziarie.

4)      Scambiarsi opinioni e consigli sui rispettivi lavori.

5)      Ascoltare i problemi dell’altro senza fare paragoni ed evitare toni ironici o battute e rimandi al denaro.

6)      Fare una cassa comune in cui mensilmente i partner versano una cifra “abbordabile” per entrambi e che può servire per le spese domestiche come per le vacanze e gli svaghi.

Queste piccole semplici accortezze non hanno la pretesa di essere un vademecum per la coppia felice ma un semplice aiuto nel tentativo di riuscire a gestire al meglio i nuovi conflitti che questa tipologia di coppie si trova ad affrontare e che esulano dalle “regole e condizioni” che da sempre hanno scandito il ritmo della vita a due.

Anna Chiara Venturini

Fonte: www.psicotime.it

 

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