Spiritualità

Il lupo dimorerà con l’agnello

di Salvatore Brizzi

E il lupo dimorerà con l’agnello, e il pardo giacerà col capretto; e il vitello, il giovin leone e il bestiame ingrassato staranno assieme; e un piccolo fanciullo li guiderà. (Isaia 11,6)

Spesso mi sono chiesto da bambino come potrà mai il lupo dimorare con l’agnello e il vitello fare compagnia al leone. Qual è il significato di queste parole e quale ipotetico futuro ci attende? Il lupo riuscirà mai a dominare il suo istinto ed evitare di aggredire l’agnello? L’agnello si stancherà mai di recitare la parte della vittima sacrificale? Sicuramente si sta parlando in maniera celata di alcuni aspetti psicologici dell’essere umano, così come dei rapporti internazionali fra i vari Paesi. Per esempio, Israele e Palestina riusciranno mai a dimorare insieme?

Lo scorpione chiede a una di rana di aiutarlo ad attraversare un fiumiciattolo, saltando da una roccia a quella successiva.

“Me ne starò buono sulla tua schiena mentre tu mi porterai all’altra riva” promette lo scorpione.

“Sei sicuro che non mi pungerai?” si assicura la rana.

“Certo che non lo farò. Altrimenti affogheremmo tutt’e due nel fiume!”

Allora la rana accetta e lo scorpione le monta sulla schiena. Ma a metà del fiume lo scorpione la punge. La rana cade paralizzata tra i flutti e lo scorpione con lei.

“Perché lo hai fatto? Adesso moriremo entrambi” si lamenta la rana.

“Scusami,” piange lo scorpione “ma è la mia natura!”

Insomma, certi istinti si possono dominare oppure no? Ed è giusto farlo? E qual è la via migliore per farlo senza controindicazioni?

Se vogliamo che il lupo dimori con l’agnello, la mia idea è di cambiare l’agnello ogni giorno. Il lupo starà buono, ma dovremo sacrificare almeno un agnello al giorno. Alcune tribù del passato, in varie parti del mondo, usavano placare la fame delle belve che assediavano i villaggi nutrendole con della carne tenuta appositamente da parte per questo scopo, affinché le belve non aggredissero mai gli abitanti dei villaggi stessi.

Sacrifico una parte per salvare il tutto, per consentire una convivenza pacifica fra le due parti.

All’interno di noi vale in fondo lo stesso principio: non posso dominare totalmente le mie parti animali e tenerle lontane da me, ma posso ogni giorno fornire loro ciò che mi chiedono affinché poi mi lascino fare le mie cose senza interferire.

Innanzitutto distinguiamo fra dominio e repressione.

Il dominio implica un’identificazione con la nostra anima, quindi il passaggio a un piano superiore. Da questo piano guardiamo verso i piani inferiori e li sappiamo gestire con sicurezza. Il che non significa che smettiamo di provare aggressività, golosità o desiderio sessuale, ma solo che abbiamo imparato a canalizzare queste energie nel corretto modo, sapendo dare alla personalità ciò che è della personalità e all’anima ciò che è dell’anima. E l’anima sa bene cosa le serve.

Nella repressione invece è la stessa personalità – di solito la mente – che tenta di estinguere qualcosa di se stessa che non le piace. Questo è l’atteggiamento che solitamente assumono i neofiti del lavoro su di sé, anche per anni. La mente vuole reprimere una parte di sé che non accetta e con cui, magari inconsciamente, è ancora in guerra. Nella repressione il lupo viene forzatamente tenuto a bocca asciutta per un certo periodo, ma non appena il controllore – la mente, appunto – si distrae e molla la presa, il lupo divora tutto ciò che gli capito a tiro, prendendosi tutte le nostre energie e lasciandoci spossati e pieni di sensi di colpa per aver ceduto ai nostri istinti.

Il problema alla base è che non riusciamo a guardare con amore tutti i nostri aspetti, anche e soprattutto quelli che non vorremmo più avere. Ci sentiamo esseri di luce e odiamo la nostra “terrestrità”, senza avvederci che questi due atteggiamenti sono fra di loro in contrasto. Se ancora non colgo l’estrema bellezza delle mie energie istintuali, è evidente che mi manca l‘apertura del Cuore.

Consegnare tra le fauci del lupo un agnello al giorno serve a salvaguardare me stesso e il mio lavoro su di me. Per esempio, lascio che la mia mente vaghi per diverse ore, ma quando voglio io deve fare ciò che le chiedo mantenendo il massimo della concentrazione (ricordate l’esercizio dei 15 minuti?). Altro esempio: libero la mia energia sessuale in un certo contesto, ma poi non mi deve più influenzare in tutti gli altri ambiti della mia vita.

La bestia è accontentata e il villaggio è salvo.

di Salvatore Brizzi


Fonte: www.salvatorebrizzi.com

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