Spiritualità

Essere coscienti del modo in cui investite le vostre energie

di Omraam Mikhaël Aïvanhov

Dovete essere coscienti del modo in cui utilizzate le vostre energie, perché esse sono estremamente preziose, e ciò che vi è stato dato è stato misurato e calcolato in anticipo. Per questo, se il mondo invisibile vede che le sciupate in attività nocive, vi chiude il rubinetto.

Il Cielo ci osserva dall’alto e guarda come impieghiamo le energie, le forze che ci ha dato, e se le adoperiamo per scopi puramente egoistici oppure per uno scopo divino : questo è il punto.

Se ve lo chiedete ogni giorno, quante cose potete migliorare in voi stessi ! Certo, non riuscirete subito, ma imparerete così ad essere coscienti, altrimenti rimarrete soggetti al karma, al destino. Non dimenticatelo mai!

In tutto quello che vi dico, vi sono dei punti sui quali dovete soffermarvi ogni giorno, ed altri quando le circostanze lo permettono. Potete trascurare molti altri punti, ma non questo : ogni giorno vi si chiede di essere coscienti, di rendervi conto, in ogni circostanza, di come utilizzate le vostre energie. Tanto più che potete farlo ovunque : per la strada, in tram, dal dentista, in cucina; non avete che da gettare uno sguardo in voi stessi e chiedervi : «Vediamo un po’ se devo impegnarmi in questa od in quella attività, quanto mi costa? E utile?»

L’attività cui consacrare le nostre energie è una questione essenziale e non insisterò mai abbastanza su questo punto. La vita interiore, come quella esteriore, è soggetta ad alti e bassi; alcuni giorni fertili, alcuni giorni sterili, poi di nuovo alcuni giorni fertili… Chi non prende nessuna precauzione è come una di quelle vergini stolte di cui parla il Vangelo, e quando si sente vuoto, esaurito, si lamenta : «Che aridità, che deserto, non ho più nulla, né ispirazione, né gioia! » Invece di sciupare le proprie ricchezze, bisogna prevedere che un giorno o l’altro verrà un momento difficile, ed accumulare provviste, cioè energie, in vista di quel momento.

In Francia si dice che bisogna «conservare una pera per la sete»… Nei proverbi si trovano le tracce di una antichissima saggezza insegnata dagli Iniziati del passato, i quali erano esseri intelligenti he avevano una conoscenza profonda dei cicli, dei periodi, dell’alternarsi di prosperità e di carestia, di abbondanza e di scarsità, e che hanno dato precise regole di condotta. Quando vi sentite contenti, non esaurite completamente la vostra gioia, economizzatene un poco, altrimenti presto piangerete. Siate pure contenti, ma senza superare un certo limite. Se non osservate questa regola, sarete come un ubriaco che, avendo bevuto qualche bicchiere in più, cammina per la strada traballando: urta un muro, sente che c’è un ostacolo, indietreggia… e va ad urtare il muro di fronte. E così di seguito… I due muri si rimandano il povero ubriaco. Non bisogna mai arrivare agli estremi. Un estremo vi respingerà sempre verso l’altro e, eternamente sballottati dall’uno all’altro, perderete tutte le vostre energie.

Tutto ciò che occorre all’uomo per soddisfare la sua corsa al piacere, per distrarlo e divertirlo, è a sua portata di mano. Ammetto che molte cose possano essere attraenti e interessanti, ma non per questo mi ci precipito, anzi, tutt’altro. Di fronte a ogni cosa che mi si presenta, sono abituato a pormi la domanda: «Che contributo potrebbe portare alla mia evoluzione spirituale? », e quando vedo che non ne ricaverei gran cosa, ma che si tratterebbe soprattutto di sprecare tempo ed energie, non mi ci soffermo.La vita propone infatti ogni tipo di tentazione, e se il discepolo non ha ancora imparato a controllarsi sufficientemente e a resistere soccombe, per poi pentirsene, perché sente di essersi indebolito e degradato. Il Cielo non ci ha dato la vita affinché noi la sprecassimo; quello che ne facciamo viene annotato e registrato. Infatti, nel libro della natura vivente potrete leggere: «Beati coloro che consacrano e utilizzano tutte le loro energie fisiche, affettive e mentali per il bene dell’umanità, per il Regno di Dio e la sua Giustizia.»

Nella vostra veste di discepolo, il principale compito consiste nel diventare cosciente del modo in cui consumate le vostre energie, perché esse sono state dosate, pesate e misurate. Quando il Cielo vede che le sprecate in attività dannose, vi chiude i rubinetti e dice: «Quello laggiù è molto pericoloso, bisogna mettergli le briglie. » Sapete perché alcuni sono diventati degli ubriaconi? Perché il mondo invisibile ha voluto imbrigliarli. Se avessero potuto disporre di tutte le loro facoltà avrebbero annientato il mondo intero, utilizzando le loro energie in opere di distruzione. Ora l’alcool li tiene narcotizzati, abbrutiti, ma almeno sono nell’impossibilità di nuocere. Chiaramente, non è così per tutti gli alcolizzati : per molti vi sono altre spiegazioni.

Riflettete ogni giorno: “Qui sarò obbligato a perdere tutto ciò che ho di più puro e di divino per nutrire i porci. Ho deciso: non mi metterò in quell’affare ; le mie energie non sono destinate a risuscitare i morti.” Come Gesù che diceva: «Lasciate che i morti sotterrino i morti, e voi, vivi, seguitemi.» Vedete, il punto essenziale per la vostra evoluzione è sapere a quale lavoro consacrare le vostre energie. “lavorerò per il Regno di Dio” Ripromettetevi di sacrificare sempre di più le attività che vi degradano, nonché certi impulsi inferiori come la collera, la gelosia e l’odio… Perché? Per dare via libera a quelle forze spirituali che ora sono frenate e asservite da certe abitudini, in quanto sono proprio quelle abitudini che vi impediscono di ottenere dei risultati positivi. Guardate un albero : quando è invaso da parassiti non può dare dei frutti, per cui lo si deve liberare mediante antiparassitari. Liberate allo stesso modo il vostro corpo, il vostro cuore e la vostra volontà da tutti quei piaceri privi di significato che stanno consumando la linfa destinata a nutrire il vostro Sé superiore. Non potrete dare dei frutti, né fare dei sacrifici fintantoché darete ospitalità ad altri esseri che assorbono ed esauriscono le vostre energie. Dovete sbarazzarvi di quegli insetti e di quelle larve.

di Omraam Mikhaël Aïvanhov

Fonte: www.fratellanzadiluce.com

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