Spiritualità

Tre passi pratici verso la spiritualità

di Satish Kumar

FIDUCIA

Esploriamo qualche settore della spiritualità. Il primo, e il più importante è la rimozione della paura e la pratica della fiducia. Se guardiamo in profondità ci rendiamo conto che molte delle nostre difficoltà psicologiche hanno origine dalla paura. Un senso di insicurezza, l’ambizione al successo, il desiderio di metterci alla prova, lo sforzo per impressionare gli altri, il desiderio ardente del potere sugli altri e di controllarli, l’inclinazione agli acquisti, al consumo, al possesso, tutti sono, alla fine, correlati alla paura. Questa paura personale si estende nell’insicurezza sociale e politica. Quindi, il primo passo verso un rinnovamento spirituale è osservare il fenomeno della paura nelle nostre esistenze e renderci conto che molta di questa paura è aggravata da altrettanta paura. La paura alimenta la paura, la paura conduce alla paura. Anche se ci diamo da fare a costruire difese fisiche e psicologiche, esse accrescono la nostra paura. Anche se abbiamo armi nucleari per proteggerci non ci liberiamo dalla paura.

Inoltre, la storia ha provato che le armi nucleari non sono una difesa e non portano sicurezza. L’attacco alle torri gemelle del World Trade Center di New York dimostra che, alla fine, tutte le difese sono futili. Gli aggressori possono attaccare con un coltello o una lametta, quindi qual è la giustificazione per impiegare così tanti sforzi, tempo e risorse nel costruire testate nucleari quando esse non conducono a nessuna difesa e sicurezza? La nazione al mondo più potente, gli Usa, è anche la nazione più insicura. Paradossalmente più difese costruiamo, più insicuri diventiamo. Le società occidentali sembrano ossessionate dalla sicurezza e dalla salvezza e si danno un gran da fare per assicurarsi contro tutte le eventualità. Questa ossessione ha un effetto paralizzante.

Il primo passo nella sfera spirituale è capire la paura e coltivare la fiducia. Confidate in voi stessi. Siete una scintilla divina, l’impulso creativo, il potere dell’immaginazione che saranno sempre con voi e vi proteggeranno. Confidate negli altri: sono nella vostra stessa barca. Essi aspirano ardentemente l’amore, come voi. Solo se siete in rapporto con gli altri potrete fiorire. Esistete perché altri esistono e altri esistono perché voi esisti. Tutti noi viviamo, prosperiamo, sbocciamo e maturiamo in questa reciprocità e unità. Amate e l’amore sarà ricambiato. Seminate un seme di cardo e otterrete centinaia di cardi spinosi. Seminate un seme di camelia e avrete centinaia di camelie. Raccoglierete quello che avete seminato; questa è saggezza antica. E ancora non l’avete imparata.

Abbiate fiducia nel progresso dell’universo. Il sole è là per nutrire tutta la vita. L’acqua c’è per dissetare. La terra c’è per far crescere gli alimenti. Gli alberi ci sono per darci la frutta. Alla nascita del bambino il seno della madre è pieno di latte. L’evoluzione dell’universo è incastonata nel sistema di supporto vitale della mutualità. Centinaia di milioni di specie – leoni, elefanti, serpenti, farfalle – tutte sono state nutrite, abbeverate, protette e curate dal misterioso processo dell’universo; confidate in esso. Come disse Giuliano di Norwich, “Tutto andrà bene, tutte le cose andranno bene”.

PARTECIPAZIONE

La seconda qualità spirituale è la partecipazione. Partecipare è il processo magico della vita. La vita è un miracolo: non la sappiamo spiegare né la possiamo conoscere completamente, ma possiamo parteciparvi coscientemente ed attivamente senza cercare di controllarla, manipolarla e soggiogarla.

Partecipare è facile e semplice. Abbiamo ricevute due bellissime mani per coltivare la terra e far crescere il nostro cibo. Lavorare la terra soddisfa le esigenze del corpo come quelle della mente. L’agricoltura industriale ci ha portato via il nostro diritto di nascita nella produzione del nostro cibo. La produzione agricola su larga scala, meccanica ed industriale è sorta dal nostro desiderio di dominio. La produzione locale, su piccola scala, naturale – e ancor meglio, l’orticoltura, il giardinaggio, è un modo per partecipare al ritmo delle stagioni. L’Inghilterra dovrebbe fare lavori di giardinaggio, non attività agricole. Gli animali dovrebbero essere liberati dalle prigioni delle aziende agricole. Crescere il cibo è un esempio del principio di partecipazione. Fare il pane, cucinare, mangiare con la famiglia, gli amici e gli ospiti sono attività spirituali così come lo sono sociali ed economiche. La cultura del fast food ci ha tolto l’attività fondamentale di partecipare al rituale giornaliero del nutrimento fisico e spirituale. E’ meraviglioso che la gente in tutta Europa è stata stimolata dal movimento italiano dello Slow Food. Slow Food è un cibo spirituale. Il fast food è un cibo tremendo.

La lentezza è una qualità spirituale. Se desideriamo ripristinare la nostra spiritualità dobbiamo rallentare. E’ un paradosso, ma è soltanto quando andiamo piano che possiamo andare oltre. Fare meno, consumare meno, produrre meno ci mettono in condizione di essere di più, di festeggiare di più e di gioire di più. Il tempo è ciò che rende le cose perfette. Datevi tempo per fare le cose e datevi tempo per riposare. Prendetevi tempo sia per fare che per essere. E’ nella danza del fare e dell’essere che si trova la spiritualità.

Una volta l’Imperatore della Persia chiese al suo Maestro sufi: “Consigliatemi prego cosa dovrei fare per rinnovare la mia anima, ravvivare il mio spirito e rinfrescare la mia mente, in modo da essere felice dentro ed efficace nel mio lavoro!”. Il Maestro sufi rispose, “Mio Imperatore, dormite quanto più a lungo potete”. L’Imperatore fu sorpreso e sbalordito dall’apprendere questa risposta e disse, “Dormire? Ho poco tempo per dormire. Devo perseguire la giustizia, promulgare le leggi, ricevere gli ambasciatori e comandare l’esercito. Come posso dormire se ho tutte queste cose da fare?”. Il Maestro sufi replicò, “Mio Signore, più a lungo dormite, meno sarete angosciato!”. L’Imperatore era senza parole: capì il punto di vista del Saggio sufi. Benché fosse stato brusco, egli aveva ragione.

I Paesi occidentali si trovano nella situazione simile dell’Imperatore di Persia. Più a lungo lavoriamo, di più consumiamo: guidiamo le automobili, voliamo in aereo, consumiamo elettricità, andiamo a far compere e produciamo rifiuti. Più velocemente facciamo queste attività, più danno rechiamo all’ambiente, ai poveri e alla pace della nostra mente. Cosicché la vera partecipazione è vivere e lavorare in armonia con noi stessi, con gli altri nostri compagni umani e con il mondo naturale. La partecipazione non riguarda la velocità e l’efficienza; piuttosto riguarda l’armonia, l’equilibrio e l’azione appropriata.

GRATITUDINE

La terza qualità spirituale è il senso di gratitudine. Nella nostra cultura occidentale ci lamentiamo di tutto. Se piove diciamo, “Che tempo terribile! Così freddo e umido!”. Quando c’è il sole ci lamentiamo, “Che caldo, non è vero? Troppo caldo!”. I media sono pieni di lamentele e critiche. I dibattiti in Parlamento sono per lo più concentrati sugli aspetti negativi delle politiche del governo. L’opposizione rimprovera il governo ed il governo si lamenta dell’opposizione. La cultura nazionale del biasimo e della protesta permea dappertutto anche nella vita della nostra famiglia e nel posto di lavoro. A causa del dominio della cultura della condanna impariamo anche a condannare noi stessi. “Non sono abbastanza buono”, è un sentimento largamente sentito. Qualsiasi cosa che facciamo non l’apprezziamo. Pensiamo di dover fare qualcosa di diverso, qualcosa di meglio. Non impariamo ad apprezzare neanche qualsiasi cosa facciano gli altri. “Ho avuto un’infanzia terribile”, ci lamentiamo. Pensiamo, “La mia scuola era orribile”. “Non sono mai apprezzato dai miei colleghi”, borbottiamo, e questo tipo di critica va avanti così.

Per sviluppare la spiritualità abbiamo bisogno di equilibrare la nostra facoltà critica con quella dell’apprezzamento e della gratitudine. Dobbiamo allenarci a cambiare il nostro modo di pensare e riconoscere i doni che abbiamo ricevuto dagli antenati, dai nostri genitori, dai nostri insegnanti, dai colleghi e dalla società in genere. Dobbiamo anche esprimere il nostro ringraziamento per i doni della Terra. Che sistema meraviglioso è Gaia, del quale facciamo parte! Regola il clima, organizza le stagioni, fornisce il nutrimento necessario, bellezza e piacere a tutte le creature. Quando proviamo riverenza e meraviglia per le opere della Terra sacra non possiamo sentire che benedizioni e gratitudine. Quando ci è servito il cibo siamo pieni di gratitudine. Ringraziamo il cuoco e il contadino ma anche ringraziamo il suolo e la pioggia e i raggi del sole. Dobbiamo anche esprimere il nostro riconoscimento ai vermi della terra che hanno lavorato giorno e notte per mantenere il suolo friabile e fertile. Per quanto “verdi” siano le dita del contadino, senza i lombrichi non ci sarebbe cibo. Quindi, nelle nostre preghiere diciamo “Lunga vita ai lombrichi”. Poi ci uniamo al poeta Gerard Manley Hopkins e diciamo, “Lunga vita anche alle terre umide e selvagge”. E’ la bellezza della natura incontaminata che alimenta la nostra anima mentre i frutti della Terra nutrono il nostro corpo.

La generosità e l’amore incondizionato della Terra per tutte le sue creature è senza limiti. Piantiamo il nostro piccolo seme di mela nel terreno. Nel giro di pochi anni quel piccolo seme diventa un albero e produce migliaia e migliaia di mele, anno dopo anno. E tutto questo da un piccolo seme che, spesso, si è seminato da solo. Quando in autunno le mele maturano con la loro fragranza, succo, la buccia croccante, le mangiamo con il cuore contento. L’albero non discrimina, non fa domande. Povero o ricco, santo o peccatore, sciocco o filosofo, vespa o uccello, ciascuno può riceverne gratuitamente il frutto. Che altro possiamo provare per l’albero se non gratitudine? E dalla nostra gratitudine scorre l’umiltà, come l’arroganza viene fuori dalle lamentele e dalle critiche. Se critichiamo la natura arriviamo alla conclusione che la natura non è abbastanza buona: è imperfetta e inaffidabile. La natura ha bisogno della nostra tecnologia e ingegneria e allora andiamo avanti così di gran lena, ma finiremo per distruggerla. Con sentimento di gratitudine, invece, procediamo con i modi della natura, lavoriamo in armonia con essa e apprezziamo le sue qualità miracolose.

Per riassumere, non c’è dualismo e separazione fra materia e spirito. Lo spirito è contenuto nella materia e la materia nello spirito, ma noi li abbiamo separati e abbiamo considerato lo spirito come un fatto privato e permesso soltanto alla materia di dominare la nostra vita pubblica. Dobbiamo urgentemente guarire questa spaccatura. Senza questa guarigione, il mondo materiale, la Terra stessa continuerà a soffrire conseguenze catastrofiche e la visione e la saggezza spirituale continueranno ad essere considerate idealistiche, esoteriche e pratiche di un altro mondo, totalmente irrilevanti nella nostra vita quotidiana di tutti i giorni.

Quando risaneremo questa divisione potremo instillare lo spirito negli affari, nel commercio e nell’economia. Creeremo una politica al servizio di tutti. Le nostre religioni non provocheranno divisioni; al contrario saranno fonte di guarigioni e di risoluzione dei conflitti. I Movimenti per la sostenibilità ambientale e giustizia sociale saranno dei stimolatori e non solo contestatori e, personalmente gli esseri umani saranno a proprio agio con se stessi e con il mondo intorno a loro. Il matrimonio fra materia e spirito, affari e spirito, politica e spirito, religione e spirito, attività e spirito è la più grande unione richiesta ai nostri tempi.

La gente ha fame di nutrimento spirituale; questa fame non può essere soddisfatta da mezzi materiali. Quindi, il grande lavoro da fare è concedere alle persone spazi e tempi per scoprire la loro spiritualità così come la spiritualità degli altri.

Per me non sarebbe stato necessario fare una questione per i momenti spirituali ma poiché nelle ultime centinaia di anni la cultura occidentale ha negato lo spirito ed ha altamente elevato lo status della materia, la nostra società e la nostra cultura hanno perso il loro equilibrio e globalità. Per ristabilire questo equilibrio ho enfatizzato l’importanza dello spirito. In un mondo ideale, le persone riconoscerebbero che lo spirito è sempre compreso nella materia. Secondo la tradizione questo è come era. La gente andava in pellegrinaggio alle montagne e ai fiumi sacri; la vita era considerata sacra ed inviolabile. Si riconosceva la dimensione metafisica degli alberi. L’albero che parla, l’albero della conoscenza e l’albero della vita esprimevano la qualità spiritualità interiore dell’albero. Riconquistare questa saggezza eterna è una grandissima necessità.

(Questo è il testo di una relazione scritta da Satish Kumar per una conferenza tenuta presso lo Schumacher College, a Bristol).

Fonte: lamentemente.com

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