Spiritualità

Quanto conta l’opinione di un “sonnambulo”?

di Giulio Achilli

Uomo o donna che sia, quando un essere umano cade totalmente nell’identificazione con i suoi meccanismi interiori pensiero-emozionali, la sua condizione diventa null’altro che quella di un sonnambulo. Un meccanismo si è impadronito dell’intero Campo di Consapevolezza, e lo sta usando per i suoi fini, per un tempo impredicibile, ed in pressoché nulla considerazione delle conseguenze che ne deriveranno.

Naturalmente, occorre essere prima di tutto consapevoli quanto noi stessi si diventi sonnambuli con facilità disarmante, prima di poter anche solo azzardare un’osservazione oggettiva del mondo esterno. È una presa di coscienza, una consapevolezza appunto, che ci mostra quanto scarso sia il nostro controllo sul Campo di Energia che noi siamo, quanto scoraggiante sia osservare un intruso interiore fare qualcosa senza riuscire ad impedirglielo, quanto facile sia ritrovarsi, cioè risvegliarsi, a pensare pensieri assurdi, negativi e depotenzianti ai quali avevamo aderito come se li avessimo pensati deliberatamente. Ricordate sempre le parole di Gurdjieff:

“Fintanto che un essere umano non si fa orrore, non sa niente di sé stesso!”.

Ora, se questa condizione è in noi più o meno consapevole, nella gran parte dell’umanità, priva di strumenti interiori di lavoro, priva persino della conoscenza di questi strumenti, come potrà mai essere? Quella che è. Quello che è di fronte ai nostri occhi.

Un essere umano si sveglia dal sonno notturno. Dopo qualche minuto, un meccanismo interiore costituito di pensiero-emozione prende il sopravvento su di lui, e comincia a pensare nella sua testa pensieri con il pronome “Io”. Questo essere umano, privo di protezione, immediatamente diventa questi pensieri “Io”, e così sorgono in lui emozioni risonanti con i pensieri di questo “Io”. Certo, questo “Io” può essere sereno, positivo, se magari fuori c’è il sole, ma se piove, questo “Io” può essere davvero feroce. Una ferocia di pensieri di negatività e depotenziamento.

Purtroppo piove. Questo essere umano, caduto nel meccanismo, ci incontra, ed immediatamente, senza che noi lo si abbia nemmeno invitato a farlo, comincia a spalancare le porte delle sue opinioni personali sulla nostra Vita. Devi fare così, devi fare colà, questa cosa avresti dovuto farla colì, stai sbagliando a fare questo, ma non capisci quest’altro, ecc. ecc.

Opinioni, appunto. Non Realtà. Opinioni di un meccanismo. Divertente, no?

Forse questo essere umano non sa come proteggersi dall’insorgere di un meccanismo, ma noi si. Perché sappiamo come proteggerci? Perché stiamo lavorando da tempo immemorabile su questa protezione. Perché sappiamo che cosa significa cadere nell’identificazione con un meccanismo pensiero-emozionale, visto che migliaia di volte ci è toccato osservarlo in noi stessi in maniera spesso tragicamente impotente.

Quale è questa protezione? Semplice. È la protezione che scaturisce dal nostro sapere interiore che questo essere umano è caduto in una identificazione meccanica, e in essa si è addormentato. Chi sta parlando non è ciò che questo essere umano è davvero, ma un meccanismo casuale accidentale in cui si è totalmente identificato. E così, ricordando costantemente a noi stessi questo fatto energetico, possiamo gestire con distacco ciò che sta dicendo. Qual è la prova di questo? Se inondiamo di comprensione, tolleranza e gentilezza questo essere umano, letteralmente inattiviamo, o sfumiamo, la sua identificazione. Oppure, se ricordiamo deliberatamente come abbiamo interagito ieri, quello che sta parlando adesso potrebbe sembrare persino un estraneo. E allora prima chi ci stava parlando? E ieri? E adesso?

È la protezione che scaturisce dalla consapevolezza che quando un essere umano cerca di togliere pagliuzze dai nostri occhi con le sue opinioni assolute, non sta parlando di noi, ma di lui stesso. Le sue opinioni non sono rivolte a noi, ma a lui stesso. Fondamentalmente, lui ci sta usando come specchio, e non ne è consapevole, per cui tutto quello che sta dicendo, lo sta dicendo a lui stesso. È lui che dovrebbe fare così e cosà, non noi. È lui che dovrebbe capire questo e quello, non noi. Questa è una Legge, non un piacevole ricamo di consolazione. È la Legge dello Specchio. E allora, se sta parlando di lui, perché devo crederci io?

È la protezione che scaturisce dalla consapevolezza che un essere umano in balia di meccanismi interiori negativi cerca sempre, ed inconsapevolmente, di trasferire all’esterno il suo malessere per provare sollievo; e riuscirà con maggiore efficacia in questo suo inconsapevole desiderio di sollievo se riuscirà a far entrare uno o più altri esseri umani in risonanza con questo meccanismo. In altre parole, le sue opinioni distruttive e depotenzianti trasferite verso di noi puntano anche ad indurre in noi la comparsa di meccanismi interiori pensiero-emozionali risonanti, che così alimenteranno in progressione esponenziale l’intero sistema per la Legge di Risonanza, che funziona indipendentemente dalla qualità dell’Energia coinvolta.

Quanto contano le opinioni di un “sonnambulo”? Nulla per noi, moltissimo per lui. Ma non sottovalutate lo scenario, perché se non rispondete con un sacro distacco di acciaio, se credete automaticamente a queste parole, se vi identificate con queste opinioni, finite per attivare in voi stessi, per risonanza, proprio queste opinioni; qualcosa che non vi appartiene affatto, ma che vi è stato trasferito al solo scopo di propagarsi e mantenersi in vita. Usando la vostra Energia, naturalmente.

Filtrate con una trama implacabile qualsiasi parola tenti di accedere al vostro Campo di Consapevolezza, sia essa interiore o esteriore. Niente e nessuno deve passare, se il vostro Intento dice no.

Niente e nessuno deve passare, se il vostro Intento dice no.

di Giulio Achilli

Fonte: marenectaris.net

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